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Napoli

Roccaraso si prepara al weekend, con più organizzazione: controlli sulle strade e installazione di gabinetti chimici (VIDEO)

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“Tutti hanno il diritto sacrosanto di fare vacanze o di trascorrere una domenica low cost, a patto che lo si faccia nel rispetto delle regole e del territorio in cui si va – commenta il deputato di Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli. Domani sarò a Roccaraso per verificare un fenomeno sul quale bene ha fatto la Procura ad accendere un faro. Bisogna evitare che ci sia chi lucra illegalmente sul desiderio delle famiglie napoletane di regalarsi una giornata di svago. Mi arrivano video di strade di accesso presidiate dalle forze dell’ordine e di bagni chimici installati per evitare la presa d’assalto dei bar di Roccaraso da parte dei turisti. Tuttavia ritengo fuori luogo e infamanti tanti commenti sui napoletani che stanno animando i social, un razzismo bieco e infame dietro il quale non vorrei si nascondesse la volontà di mascherare carenze organizzative addossando le responsabilità ai cittadini”.

“Anche dal punto di vista sanitario – ammonisce Manuel Ruggiero, presidente dell’associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate’ e frequentatore da sempre della località sciistica – dovrebbero essere previste unità mobili di rianimazione supplementari di fronte a un movimento di migliaia di persone. Una sola ambulanza medicalizzata in tutto il territorio dell’Alto Sangro non può essere sufficiente. Servono sforzi organizzativi importanti per garantire sicurezza e salute. A Roccaraso ci sono tante manifestazioni che richiamano tante persone, un fenomeno che va avanti da 25/30 anni. E ogni inverno è la stessa storia. La mia famiglia è di casa qui, c’è perfino una strada intitolata a mio zio, via Claudio Mori, perché con la sua famiglia durante la guerra venne a rifugiarsi qui e durante un bombardamento perse la vita. La verità è che Roccaraso non era pronta a un’invasione del genere ma non ha scusanti essendo una cittadina a forte vocazione turistica. Adesso dopo questo bailamme finalmente ci sono i bagni chimici, cosa che in 25 anni potevano e dovevano fare. La prevista invasione di domani sarà un colpo a salve, perché neve non ce n’è”.

IL COMMENTO DI MICHELE CACCAMO

L’idea che determinati posti debbano essere riservati a chi può permettersi un certo “decoro”, e non aperti a chiunque voglia goderne, mette in atto una narrazione preoccupante basata sulla esclusione sociale e sulla discriminazione. Non si tratta solo di una scelta ingiusta, ma di un principio che mina le basi dei diritti fondamentali di ogni cittadino, violando di fatto la tutela dell’uguaglianza che è nello spirito della nostra Costituzione.
In questi giorni è emerso con prepotenza quel pregiudizio culturale e sociale, che considera alcuni cittadini non adatti a frequentare determinati luoghi. Una scelta, quella fatta dalle Istituzioni e dalla Prefettura, che ci pone davanti a una frattura sociale, che crea delle barriere basate sul ceto sociale o sulla provenienza geografica. Così si alimenta la retorica dell’esclusione, si allontana il concetto di accoglienza, si discrimina il turismo di massa, si criminalizza il popolo napoletano. L’idea che un gruppo pacifico possa essere etichettato come “indesiderato” mi sconvolge e lo ritengo inaccettabile.

La montagna, il mare, i parchi e qualsiasi altro luogo naturale non devono essere a beneficio di una ristretta minoranza, ma patrimonio collettivo; non devono essere riservato a una élite.
Invocare misure eccezionali, restrittive, forse anche i recinti, è impedire al popolo di muoversi liberamente, è voler fermare una moltitudine felice. La natura non può essere privatizzata culturalmente o socialmente, non può essere messa a disposizione di una cerchia ristretta, non può essere ridotta a un club esclusivo. La natura, va ricordato, è un diritto non un privilegio. Quello che rimane, di questa tristissima storia, è la diffidenza e l’ostilità, è la discriminazione sistemica e il pregiudizio di classe.
I napoletani, come qualsiasi altro popolo, sono degni di Roccaraso forse è la società a non essere degna di sentirsi civile.

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