Napoli- di ( Vania Fereshetian)
“Mi diceva ti amo mentre il mio sangue sporcava la sua mano” (Vf)
Il fenomeno del femminicidio rappresenta una triste realtà che ha colpito innumerevoli donne in tutto il mondo. Questo termine indica l’uccisione di persone di sesso femminile per il semplice fatto di essere donna, in un contesto di violenza di genere. Nonostante gli sforzi dei media e delle organizzazioni, questa crescente tragedia sociale continua a non ottenere l’attenzione che merita.
Il femminicidio non può essere considerato solo come un crimine commesso da un individuo al suo interno, ma come una manifestazione di un problema sociale più ampio. Si tratta di un fenomeno profondamente radicato nelle disuguaglianze di genere, nella violenza domestica e nelle dinamiche di potere che permeano le società. Per affrontare efficacemente questa grave piaga soiale, è necessario comprendere le sfumature complesse che lo circondano.
La tendenza a minimizzare la gravità di questi delitti, considerandoli come fatti isolati o incidenti domestici, anziché riconoscerli per quello che sono: atti di violenza di genere. Sembra che tutto questo, nasca, da una superficialità e da una mancanza di consapevolezza dell’ampia portata e delle implicazioni sociali dei femminicidi.
Per la società e per gli ” adetti ai lavori” urge una formazione e sensibilizzaione sul tema della violenza di genere.
Nonostante le critiche, alcuni media hanno adottato una posizione attiva nel trattare il fenomeno del femminicidio. Programmi televisivi, inchieste giornalistiche e documentari sono stati dedicati a questo argomento, cercando di restituire una voce e un volto alle vittime. Tuttavia, è fondamentale che questa iniziativa venga ampliata e approfondita, coinvolgendo più canali mediatici nell’obiettivo di sensibilizzare la società attraverso una maggiore copertura giornalistica.
È responsabilità di ciascuno di noi, come membri di una società civile, alzare la voce contro il femminicidio. È fondamentale sfidare le norme culturali che perpetuano la violenza di genere e promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne in tutti i settori. Dobbiamo educare le future generazioni ad adottare comportamenti rispettosi e a riconoscere che gli abusi fisici e psicologici non sono accettabili in alcun contesto.
La collaborazione tra la scuola e la famiglia è essenziale per contrastare questo tipo di violenza. Entrambe le istituzioni devono lavorare insieme per sensibilizzare i giovani e le persone di tutte le età sulla importanza di rispettare i diritti dell’altro sesso e di non utilizzare la violenza come mezzo di controllo o di esercizio di autorità. La scuola deve integrare nel suo curriculum tematiche sull’uguaglianza tra uomini e donne, la rispettabilità delle differenze e la prevenzione delle aggressioni sessuali. La famiglia, a sua volta, deve creare un ambiente domestico sicuro, in cui il rispetto delle persone è prioritario e in cui la violenza non è tollerata. Insieme, la scuola e la famiglia possono contribuire a cambiare la percezione della società sul ruolo delle donne e della violenza di genere, promuovendo il rispetto dei diritti umani e la dignità delle persone.
Apriamo sportelli di sostegno dove “TU” ti senta libero di parlare del tuo disagio “Prima” che accada l’irreparabile. Passiamo i giusti messaggi nelle scuole fin da piccoli. Educhiamo al rispetto, plachiamo l’aggressività con interventi professionali di supporto. Facciamo formazione per le istituzioni afficchè abbiano l’empatia giusta e le competenze sempre più affnate. Sosteniamo senza pregiudizio. Adoperiamoci per chi ha subito violenza e prova a rifarsi una vita. Per i genitori delle vittime che non si rassegneranno mai al perchè di tanta violenza, per notra figia, per tua sorella, tua madre, mia nipote…per tutte le donne che non chiedono altro che costruire un futuro in cui siano libere da ogni forma di violenza.
Restituiamo la dignità: diamo la giusta pena!
” Il cuore si spezza ancora una volta e
ancora una volta, noi, restiamo inermi,
svuotati, affranti, delusi e bla, bla, bla
giù con le parole che non servono…
Ora basta, occorrono i fatti!” (Vf)
Siamo tutte Giulia.