NAPOLI – Una richiesta di risarcimento danni per 4 milioni di euro: è quella presentata dai legali di Gesco nei confronti dell’Azienda Sanitaria Locale Napoli 1 Centro per aver rescisso con 14 mesi di anticipo il contratto di appalto dei servizi psicosociali per le fasce deboli, della medicina penitenziaria e del Dipartimento Assistenza Ospedaliera. Il danno è stato stimato dal professor Federico Alvino, docente all’ università Pathenope di Napoli, su incarico di Gesco, che oggi ha illustrato i dettagli del ricorso in conferenza stampa al ristorante Il Poggio.
Il professor Alvino ha rilevato che il contratto di appalto, dopo pochi mesi dall’avvio, «ha subito continue e sempre più rilevanti variazioni alla consistenza della commessa, sino a comportarne una riduzione (per quanto già preannunciato dall’ASL) pari ad oltre l’88%». Dall’analisi economica e del rapporto contrattuale è emerso che la perdita complessivamente a carico di Gesco «per effetto della mancata esecuzione del contratto oltre i limiti di oscillazione (cd quinto) previsti normativamente, a seconda che si considerino gli effetti anche sulle cooperative socie, ed a seconda che si raggiunga o meno un accordo sindacale, oscilla tra gli € 1.607.486,62 e gli € 4.010.319,22, oltre al rischio di cessazione delle attività della Gesco e delle consorziate, in assenza di interventi di natura straordinaria». Di qui, la richiesta di risarcimento danni alla Asl Napoli 1 Centro.
La vertenza, lo ricordiamo, vede coinvolti circa 300 lavoratori (OSS, assistenti sociali, psicologi) che dal 31 ottobre rischiano la perdita del posto di lavoro a causa della decisione della Asl di rescindere il contratto. Di qui, circa tre settimane di manifestazioni pacifiche nei luoghi simbolo della città: Maschio Angioino, Poste Centrali, San Carlo, Mann, Piazza del Plebiscito, Aeroporto di Capodichino, Stazione Centrale. Gli operatori hanno sempre continuato a garantire l’assistenza, alternandosi alle manifestazioni mentre attorno alla vertenza si sta creando una rete di solidarietà di tutto il terzo settore napoletano: Dedalus, Cnca Campania, Legacoopsociali, Associazione Jonathan, Fish, Psichiatria Democratica, AFASP, Consorzio Libere Imprese, La Locomotiva, Libera Campania, sono tra le organizzazioni sociali che mercoledì si riuniranno in un’assemblea cittadina per sostenere la vertenza Gesco (appuntamento alle 17 a Santa Maria La Nova).
«Come annunciato nella precedente conferenza stampa, Gesco ha messo in campo tutte le azioni considerate utili per chiedere alla Asl di ritornare sui propri passi. Un’azione di carattere sociale che ha portato alla mobilitazione di tante operatrici e tanti operatori, in strada tutti i giorni, che hanno provato a portare all’attenzione della cittadinanza il tema del lavoro e soprattutto dei servizi che perdono delle competenze importanti e i pazienti dei punti di riferimento. Ai presidi in piazza abbiamo affiancato un confronto costante con tante organizzazioni sociali che porterà all’assemblea cittadina di mercoledì prossimo. Infine la via legale: oggi presentiamo i due ricorsi che Gesco ha depositato attraverso i suoi avvocati: uno che chiede il ripristino immediato del contratto in essere e l’altro che invece quantifica il risarcimento del danno che questa scelta pesante sta generando», ha spiegato il presidente di Gesco Giacomo Smarrazzo.
«L’Asl sembra non intenda ascoltare gli appelli di operatori, cittadini, intellettuali e utenti. Né intende dare risposte alle legittime domande che le sono state rivolte in queste settimane. L’abbiamo detto più volte, la vicenda appare incomprensibile, irragionevole e opaca. Il lavoro degli operatori del terzo settore non è sostitutivo del pubblico. In ogni angolo del nostro Paese i percorsi di autonomia, di riabilitazione e di reinserimento sociale sono da sempre realizzati in collaborazione con la cooperazione sociale, così come a Napoli da oltre 30 anni. Perché quindi si è voluto interrompere, peraltro anticipatamente, questo rapporto, mettendo a rischio obiettivi terapeutici di successo? Perché l’Asl si convenziona in fretta e furia con l’università Vanvitelli e l’Asl Caserta per utilizzare le loro graduatorie senza alcun obbligo a farlo ed esponendosi, di fatto, al rischio di dover pagare costosissimi risarcimenti?» chiede il fondatore di Gesco Sergio D’Angelo, che conclude: «Rompere con il terzo settore significa rinunciare alla sanità sociale, mettere in crisi servizi innovativi che hanno garantito percorsi di felicità per i più fragili».
Il Prefetto di Napoli Michele Di Bari, intanto, per mercoledì alle 15 ha convocato Asl e Gesco in Prefettura, mentre Gesco ha richiesto l’attivazione del FIS (Fondo Integrazione Salariale) per i lavoratori che rischiano la fuoruscita dal mercato del lavoro.