NAPOLI – “La morte del welfare” nell’ex manicomio di Napoli: è al Leonardo Bianchi che questa mattina hanno manifestato i lavoratori delle cooperative sociali Gesco, con una specie di “funerale sociale” a due giorni dalla data di scadenza anticipata del loro contratto di lavoro, fissata al 31 ottobre 2024 dalla Asl Napoli 1 Centro. Un sit in pacifico, come sempre in quasi un mese di proteste partite il 7 ottobre al Maschio Angioino, per passare alle Poste, al San Carlo, a piazza Plebiscito, al Mann, all’aeroporto e alla stazione centrale e perfino al Duomo con una preghiera sociale a San Gennaro. Nessuna novità per i 300 lavoratori – OSS, assistenti sociali e psicologi – che assicurano da molti anni l’assistenza a malati, sofferenti psichici, persone anziane e disabili e persone con dipendenze. Inascoltati tutti i loro appelli alla Asl Napoli 1 Centro di rispettare la scadenza del contratto con il Raggruppamento temporaneo di imprese di cui è capofila Gesco, e che sarebbe dovuto concludersi il 31 dicembre scorso. Ieri Gesco ha illustrato in conferenza stampa i dettagli di due ricorsi presentati dai suoi legali, uno per il rispetto del contratto di appalto e l’altro per una richiesta di risarcimento danni stimati a circa 4 milioni di euro.
E mentre Gesco ha chiesto per i lavoratori l’attivazione del Fis, il Fondo di integrazione salariale, per domani pomeriggio alle 15 il prefetto di Napoli Michele Di Bari ha convocato un incontro in Prefettura con Gesco, i vertici Asl e rappresentanti dell’Inps.
Sempre domani ma alle ore 17 a Santa Maria La Nova ci sarà un’assemblea cittadina con numerose organizzazioni sociali per discutere del sostegno alla vertenza Gesco.