Video dell’omicidio a Napoli, dietro il raid una faida tra le donne della camorra (VIDEO)

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    NAPOLI – C’è la faida gestita dalle donne del quartiere dietro l’omicidio di Gennaro Verrano, consumato lo scorso 17 novembre in piazzetta Santa Teresa agli Spagnoli a Napoli e immortalato da un video finito agli atti dell’inchiesta.

    Ne è convinta il gip Anna Laura Alfano, che mesi fa ha firmato gli arresti di Francesco Valentinelli, il 23enne ritenuto responsabile dell’omicidio.

    Sono loro a scatenare la guerra contro la famiglia rivale e sono loro ad agire di notte, «armate di mazze da baseball e coltellacci da cucina», sono loro a coprire il killer dopo il delitto, ad offrirgli assistenza durante la breve latitanza.

    Nel video si vede il sicario entrare in azione pochi momenti dopo l’uscita di alcuni bambini da scuola.

    Le immagini mostrano anche la moglie incinta di Verrano, rimasta illesa nell’agguato, che dopo il delitto torna sul posto a riprendersi lo scooter sul quale si trovava con il marito.

    Il video è ora agli atti del processo contro il presunto killer, Francesco Valentinelli, di 23 anni. Il prossimo 20 settembre si svolgerà l’udienza preliminare.

    Valentinelli, prima di entrare in azione, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti esaminando il video, era su una scalinata.

    Quando Verrano è arrivato a bordo del suo scooter, con la moglie, gli ha sparato una prima volta e poi gli ha dato il colpo di grazia mentre la donna è riuscita a scappare, così come il cagnolino che i due portavano sulla moto.

    Tutta la scena, secondo l’accusa, è stata vista da una decina di donne, ma nessuno ha mai denunciato l’assassino.

    “Le drammatiche immagini riprese da una telecamera di sorveglianza rese note da Il Mattino che immortala l’omicidio di Gennaro Verrano ucciso da Francesco Valentinelli, sono l’ ennesima prova che i figli vanno sottratti sin da puccolissimi alla patria potestà dei camorristi per mettere fine alla rigenerazione dei malavitosi.

    La vittima, infatti, era a sua volta padre del giovane assassino conosciuto come ‘Checco lecco’ che nel corso di una rissa ha ucciso Mario Mazzanti, e adesso è in galera.

    Una spirale di violenza inaudita che si trasferisce di padre in figlio e alimenta nuova violenza e nuova morte.

    Per interrompere questo circolo vizioso l’unica strada è quella di sottrarre i figli alle famiglie malavitose e consentirgli di rifarsi una vita altrove, lontani da quelle leggi e da quei codici non scritti della camorra che li condannano fin da piccoli a seguire le orme dei padri.

    Solo così riusciremo a smantellare i clan e a salvare giovani vite da un destino segnato alla nascita”. Lo ha dichiarato il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli.

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