Genitori che perdono figli per mano di giovani criminali. Figli che arrivano a delinquere, perché pagano le colpe di padri camorristi. Due facce della stessa medaglia che gettano luce su un fenomeno sempre più in aumento, quello della violenza giovanile che continua a mietere vittime. È il caso di Francesco Pio Maimone, Giovanbattista Cutolo, Emanuele Tufano e, ultimo in ordine di tempo, Santo Romano. Giovani, anzi giovanissimi, le cui vite sono state spezzate dalla cieca violenza di loro coetanei o, peggio, di minorenni che hanno seguito esempi sbagliati. Di questo si parlerà nel corso della proiezione del film “Nati pre-giudicati” di Stefano Cerbone il prossimo 18 novembre – alle 11 – presso la casa circondariale “Giuseppe Salvia” di Poggioreale. All’evento interverranno i deputati Gaetano Amato (che è anche nel cast) e Francesco Emilio Borrelli e Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, il musicista di 24 anni ucciso da un 17enne il 3 agosto 2023 in piazza Municipio. Per la prima volta la Di Maggio entrerà a Poggioreale per incontrare i detenuti e discutere con loro della violenza giovanile, degli strumenti preventivi da adottare e della legislazione in materia.
«Quando Stefano mi ha invitato ad andare con lui a Poggioreale, all’inizio sono stata titubante perché il carcere è un luogo di dolore e probabilmente proprio lì non solo andrà il killer di mio figlio quando avrà compiuto 21 anni, ma potrebbero esserci anche i due maggiorenni che hanno contribuito a far morire Giogiò. Poi mi sono chiesta: “Giogiò che avrebbe fatto al posto mio”? Lui avrebbe parlato al cuore di queste persone facendo capire loro che la società ha perso un ragazzo come lui, medaglia d’oro al valor civile, perché uno come loro, che vive dietro le sbarre, ha deciso di ucciderlo. Vorrei trasmettere il messaggio che – quando si uccide una persona del genere – si è uccisa un’intera società. Se parlerò al loro cuore e ne avrò salvati anche solo tre o quattro, forse avrò vinto».
Con questo incontro prosegue il progetto di Cerbone, imprenditore originario di Secondigliano, che torna a parlare di detenzione e prevenzione con il suo film dopo la proiezione al carcere minorile di Nisida. La sceneggiatura della pellicola, dove le musiche sono di Mr Hyde ed Enrico Rispoli, è stata scritta dal regista insieme ai reclusi del reparto Alta sicurezza di Secondigliano: una storia che spinge i detenuti a interrogarsi sulla loro genitorialità e sul rapporto con i figli che, in molti casi, percorrono la stessa strada criminale. «Il nostro obiettivo è sensibilizzare la società civile e le istituzioni, affinché si possa prevenire il malessere che veicola questi ragazzi verso il primo reato – spiega Cerbone – attraverso il messaggio del film vogliamo far comprendere la sofferenza e il disagio di cui soffrono tanti giovani di Napoli – dal centro alle periferie – che, senza rendersene conto, distruggono le loro vite e quelle dei loro coetanei». Lungo questa scia Cerbone ha in cantiere un nuovo progetto: «“Le origini del male”, che vedrà impegnati i giovani detenuti che – con l’ausilio di psicologi, criminologi, docenti, scrittori e magistrati – proveranno a dare risposte ai tanti problemi dell’età adolescenziale che li spingono nel baratro».