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A Napoli il ricordo di Francesco Del Franco a dieci anni dalla sua scomparsa

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Uno degli ultimi signori napoletani, editore e alpinista, bibliofilo umanista e fisico di formazione. All’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici si tiene il ricordo di Francesco del Franco, scomparso il 27 marzo del 2015. Giovedì 27 marzo, alle 16.30 amici, parenti e colleghi portano la memoria e la testimonianza dello storico fondatore della casa editrice Bibliopolis, la cui tradizione, ancora oggi, rimanda a una linea di cultura partenopea alta di cui fanno parte pensatori come Vico, Pietro Giannone, Gaetano Filangieri fino a giungere a Francesco De Santis e Benedetto Croce.

 Figlio di Costantino del Franco, raffinato cultore dei libri a sua volta e amico di Benedetto Croce, Francesco del Franco si era laureato in Fisica Teorica a Napoli e nel 1976, insieme alla moglie Nella Castiglione Morelli, archeologa, aveva fondato la casa editrice Bibliopolis, che fin dalla nascita annoverava collane di scienza, fisica teorica e logica matematica, ma anche di filosofia e antichistica. In particolare, nella collana «Saggi Bibliopolis», una sorta di contenitore di opere di varia saggistica, compaiono i lavori di studiosi insigni quali Pugliese Carratelli, Bergel, Piovani, Gabrieli, Gigante, Kristeller, Masini, Bodei, Bobbio, Garzya, Russo, Martinetti, Antoni.

Nel 1985 fu affidato a Bibliopolis la pubblicazione dell’edizione nazionale delle opere di Benedetto Croce.

L’evento è preceduto dai saluti di Massimiliano Marotta, Presidente dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. Introduce Margherita Platania. A portare la loro testimonianza Vittorio Dini, Luigi Ferranti, Girolamo Imbruglia, Arturo Martorelli, Eugenio Pugliese Carratelli, Guglielmo Tamburrini.

 

L’evento più vicino alla nascita di Bibliopolis fu proprio la costituzione dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, avvenuta nel 1975 per volere dell’avvocato Gerardo Marotta al quale Francesco del Franco era già legato da amicizia familiare e da precedenti, comuni esperienze culturali. Con la fondazione dell’Istituto si aprirono ampi spazi per un’editoria oggi si direbbe di “nicchia”, la quale, pur proponendo alcuni lavori per un ampio pubblico, si dedicava principalmente alla pubblicazione di opere di alto valore culturale in particolare di filosofia e di scienze della natura “nella convinzione che queste due discipline ricopriranno – come sottolineava fin dall’inizio Francesco del Franco – un ruolo sempre più decisivo nello sviluppo del sapere e nella formazione della società civile”.

 

Nel corso degli anni, Bibliopolis è diventata un punto di riferimento per intellettuali, filosofi e scienziati, un cenacolo dove Del Franco ha accolto numerosi studiosi di grande prestigio sempre in un ambiente caratterizzato da un’atmosfera di intensa convivialità e passione. Dopo dieci anni, la casa editrice, diretta oggi dalla figlia Emilia del Franco, prosegue nel solco tracciato dal suo fondatore, con scelte editoriali mirate, che affondano le radici nella filosofia, intesa come sapere unitario, imprescindibile perciò dal problema etico.

DICHIARAZIONI

Massimiliano Marotta,

Presidente dell’Istituto degli Studi Filosofici:

«Francesco Del Franco era essenzialmente un amico, nonostante la differenza d’età. Perché era un uomo che ascoltava. Nonostante io fossi un ragazzino lui discuteva ed era capace di cogliere i suggerimenti che arrivavano da più parti. Non ho mai considerato Bibliopolis e l’Istituto degli Studi Filosofici come due realtà distinte. C’è un legame di sangue. Francesco era parte del gruppo, era parte dialogante. Uno dei giovani, naturalmente, di raffinata cultura, di raffinatissima sensibilità. È riuscito a comunicare con il mondo, con l’Europa, con gran parte dell’Italia e di Napoli. Gli sono grato. L’Istituto non avrebbe potuto fare molte cose senza Francesco o, in ogni caso, non con la stessa raffinatezza».

Antonio Gargano,

Professore di Storia della Filosofia all’Università Suor Orsola Benincasa, storico Segretario generale dell’Istituto e amico di Francesco del Franco:

«Francesco Del Franco ha avuto una dimensione di gentiluomo europeo. Bibliopolis si è da subito qualificata con delle grandi novità a livello internazionale. Li chiamo ‘i libri impossibili’. Faccio due esempi.

Francesco subito dopo la fondazione della casa editrice, stampa i primi due volumi che trascrivono tutti i testi della scuola filosofica di Epicuro contenuti nei preziosi papiri di Ercolano. Io e Francesco andiamo a Francoforte con questi due libri assolutamente contro corrente e senza nessuna utilità pratica. Dopo pochi giorni, per noi è successo un miracolo: Basil Blackwell, grande manager mondiale dell’editoria umanistica, ha voluto riceverci per complimentarsi del coraggio di aver pubblicato questi libri irreperibili. È stato un grande riconoscimento.

Un altro miracolo fu stampare a Napoli, in tedesco, due cicli di lezioni trascritte dal manoscritto originale di Hegel sulla filosofia della religione e sulla filosofia della scienza.

Fu un atto di fiducia nell’artigianato e nelle competenze napoletane. Ci fu molta diffidenza perché un libro di 800 pagine chissà quanti errori poteva contenere. In Germania arrivò un articolo: “Da Napoli, un Hegel diverso”. Presto arrivarono ancora riconoscimenti del coraggio e dell’audacia di Francesco. Negli anni questi libri impossibili hanno formato un grande catalogo di logica, di fisica teorica, di filosofia.

Una buona parte della città non se ne accorge, è disattenta. Ma l’altra parte di Napoli è quella in cui ci sono intellettuali capaci di mettersi al livello dei maggiori interlocutori internazionali. In cui la filosofia è stata coltivata al massimo livello in tutte le epoche. A Napoli durante il medioevo c’era San Tommaso d’Aquino, durante il Rinascimento Bruno e Campanella, durante l’Illuminismo Gaetano Filangieri, fino a Benedetto Croce. Questa è la Napoli che Francesco ha saputo coltivare. Ed è straordinario che tutte queste cose eccezionali, di altissimo livello, si facevano in un clima di cordialità, di scambio, di amicizia».

 

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