SANT’ARPINO (CE) – Nuovo appuntamento con “il teatro ai ragazzi”, lo “spazio” che da quest’anno è collocato all’interno della rassegna PulciNellaMente di Sant’Arpino.
L’appuntamento di questa settimana, in programma venerdì 30 giugno, a partire dalla ore 20.30, presso il Teatro De Rosa di Frattamaggiore, prevede il saggio spettacolo degli allievi del laboratorio teatrale “Il Caleidoscopio”.
Lo spettacolo, dal titolo “Si muore una volta sola”, è un libero adattamento de “Il povero Piero” di Achille Campanile, curato da Carmela Barbato per la regia della stessa Barbato e di Nico D’Agostino. Costumi e scene di Arteventi; audio e luci di Luca Silvestri; mentre la direzione organizzativa è affidata a Raffaella e Loredana De Rosa.
Questi i personaggi ed interpreti in ordine d’apparizione: Martina Leo, Nicoletta Garofalo, Federica Scotto, Gabriella D’Aliento, Antonio Landolfo, Leonardo Papa, Martina Iorio, Francesca Pollice, Rossella D’Angelo, Agostino Dell’Aversano, Sara Jane Grimaldi, Salvatore Caputo, Irene Picariello, Matteo Marseglia, Roberta Di Tella, Alessandra Cristofaro, Luca Lo Masto, Michela Mastrianni
““Morir dal ridere” speriamo sia il risultato finale di questa nostra messa in scena che si avvale della comicità, dell’umorismo dissacrante e paradossale e del sapiente gioco linguistico di Achille Campanile. La scelta del testo nasce dal desiderio di promuovere un primo approccio dei ragazzi al teatro del ‘900 italiano ed in particolare allo studio di un’opera del caposcuola del teatro dell’assurdo”.
Sottolinea Carmela Barbato che poi aggiunge: “Un’esperienza coinvolgente, divertente, non affatto semplice che si è avvalsa di tanto studio, di ricerca e di pazienza da parte di tutti. Gli attori infatti hanno dato volto, corpo e respiro a personaggi solo in apparenza semplici, scoprendo, in corso d’opera, ostacoli non previsti, che si sono rivelati sfide interessanti da superare. Il ruolo degli operatori è stato quello di catalizzatori che con gioia hanno trasformato queste energie in teatro partecipando a tutte le fasi attivamente, supportando il gruppo ed i sottogruppi con la loro conoscenza dei linguaggi teatrali. Una messa in scena che è stata soprattutto il mezzo per “giocare” con situazioni e maschere tanto grottesche da sembrare reali ed uno strumento per riflettere, tra banalità e profondità, sul senso della morte e della vita”.