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Al teatro Civico 14 “Una storia per Euridice” di Luisa Guarro

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Il 5 aprile alle ore 20.00 e il 6 aprile alle ore 18.00 andrà in scena al Teatro Civico 14 di Caserta Una storia per Euridice, scritto e diretto da Luisa Guarro e interpretato da Chiara Orefice. Lo spettacolo, vincitore del Premio Visionari per il Polis Festival di Ravenna e del Premio migliore attrice al X Colombo International Theater Festival (SriLanka), si presenta come un intenso monologo al femminile, che unisce parola, canto e danza per restituire voce a una figura mitologica spesso rimasta in ombra. Le luci sono firmate da Paco Summonte, mentre scenografia, costumi e scelta musicale sono a cura della stessa regista, Luisa Guarro. Le coreografie e i canti sono ideati e interpretati da Chiara Orefice. I biglietti, al costo di €12 (intero) e €10 (ridotto per under 30, over 65 e convenzionati), sono disponibili online su www.teatrocivico14.it

 

Una storia per Euridice nasce dall’urgenza di raccontare una verità mai detta: quella di Euridice. In un tempo sospeso tra la vita e la morte, Euridice, sul punto di varcare la soglia dell’aldilà, rievoca la propria esistenza attraverso frammenti di memoria. La narrazione ribalta la prospettiva classica del mito, mettendo in luce una protagonista finalmente autonoma, che non è più solo la musa silenziosa di Orfeo, ma una donna-ninfa con un’identità propria, segnata da una violenza patriarcale che ne ha spezzato l’ardore vitale. Attraverso la sua vicenda, si indaga il legame tra desiderio di libertà, dinamiche familiari oppressive e la deriva di relazioni tossiche in cui l’individuo cerca disperatamente di colmare ferite antiche. Un affondo profondo nel femminile, nella sua forza e nella sua vulnerabilità, tra mito, psiche e società.

Luisa Guarro afferma che: «Quello di Euridice è un monologo visionario, in italiano e napoletano, secondo il bilinguismo campano, un virtuoso gioco di cambi di voci e personaggi, di danze e canti d’amore disperato. Una riflessione sulla condizione delle donne-ninfe, la cui essenza di spiriti liberi e pertanto irresistibilmente attraenti, viene repressa, per cui, o si trasformano in piante, radicate e immobili, con una silenziosa energia vitale mortificata e costretta da membra legnose, o si ribellano, scatenando la violenta reazione di chi pretende il loro soccombere».

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