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Al Teatro Tram un “Barbiere di Siviglia” in chiave pop-rock

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NAPOLI – Il Teatro Tram celebra i 150 anni trascorsi dalla morte di Gioachino Rossini, uno dei più importanti compositori italiani con una rivisitazione in chiave pop-rock de “Il Barbiere di Siviglia”, una delle sue opere più note. Dall’8 all’11 novembre va in scena al Teatro di via Port’Alba – per la prima volta dopo un’anteprima estiva al Chiostro di San Domenico Maggiore, nell’ambito di “Classico Contemporaneo” – un progetto di Gianmarco Cesario, che ne è anche il regista, che ridisegna con un sound contemporaneo la storia del tormentato amore del Conte di Almaviva, aiutato dal celebre Figaro a conquistare il cuore di Rosina. Lo spettacolo è prodotto da Fratelli Di Versi.

Il libretto dell’opera di Rossini, scritto da Cesare Sterbini, si ispira all’opera originale di Pierre de Beaumarchais: il suo unico giorno di insuccesso fu il primo, perché già dal secondo fu un trionfo, diventando una delle opere più rappresentate al mondo ancora oggi.

Il progetto “POPera” di Gianmarco Cesario – nato per avvicinare i giovani all’opera lirica attraverso testi resi più attuali e arrangiamenti musicali contemporanei – debutta proprio con quest’opera: rielaborando il libretto originale attraverso la contaminazione con il copione di Beaumarchais, il “Barbiere di Siviglia” di Gianmarco Cesario riprende la grande vis comica del plot originale, i cui personaggi e i rocamboleschi intrecci rivelano un’inequivocabile matrice della commedia dell’arte.

Le note romanze che caratterizzano l’opera sono state riarrangiate in chiave moderna grazie agli arrangiamenti musicali di Mariano Bellopede, con suoni che vanno dal rock alla musica cantautorale, dal pop elettronico fino al rap, passando per lo swing e il soul, in una multicolore esplosione di suoni che intende coinvolgere e appassionare il pubblico.

“Sono stato un adolescente degli anni ’70, che ha ascoltato tanta musica – spiega Gianmarco Cesario -, e sicuramente la mia passione per quella classica è cominciata grazie agli arrangiamenti pop dei capolavori di Verdi, Puccini, Rossini o Bach, che all’epoca erano di gran moda, grazie a James Last, Giancarlo Chiaramello, Piergiorgio Farina. Il mio intento, o, meglio, il mio sogno, è quello di far sì che, il giorno dopo aver assistito al mio spettacolo, un adolescente di oggi vada sul web ad ascoltare le arie originali dell’opera, e, chissà, magari un giorno potrebbe diventare anche un appassionato del genere”.

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