NAPOLI – Il Plart di Napoli, primo museo della plastica d’Europa fondato dall’imprenditrice Maria Pia Incutti, ha inaugurato con l’evento Mondi perduti la nuova stagione artistico-culturale e annunciato la tanto attesa mostra dedicata a Bruno Munari a fine novembre.
L’apertura quest’anno dedicata al rilancio dell’artigianato attraverso l’arte contemporanea è stata divisa in due momenti: la presentazione di Tepui, il libro d’artista di Felix Policastro e l’ianugurazione della mostra Icone curata da Giuseppe Coppola.
Policastro, noto artista di origine venezuelane, si muove con raffinata naturalezza tra arte contemporanea, design e comunicazione.
Il libro presentato da Cherubino Gambardella, Angela Tecce e Andrea Viliani è stampato su carte pregiate e tela ruvida in pochi esemplari, rilegato a mano con lo spago. Oggetto da sfogliare in silenzio per ascoltare il rumore delle pagine che scorrono e l’odore dei materiali.
Il titolo dell’evento Mondi Perduti prende spunto dal saggio introduttivo di Angela Tecce al libro di Policastro.
La mostra Icone è stata organizzata da Terre blu a cura di Giuseppe Coppola, che ha esposto una collezione di ceramiche “radical”, ironiche e concettuali di famosi artisti e design. Oggetti a tiratura limitata realizzati dagli autori più rappresentativi del design italiano contemporaneo e in particolare del design radicale degli anni ’60 – ’70: Riccardo Dalisi, Luca Scacchetti, Franco Raggi, Prospero Rasulo, Paola Navone, Lapo Binazzi, Ugo Marano.
Durante la serata è stato proiettato un documentario realizzato da studenti universitari e corsisti di Terre Blu, che ha mostrato l’estro, l’abilità e l’ingegno che si esprimono attraverso l’arte.
Un originale connubio artistico quello tra la Fondazione Plart, che a partire dalla plastica come materiale e dal design come disciplina progettuale, abbraccia le più ampie espressioni artistiche e materiche e Terre Blu, che dalla produzione di oggetti di design in ceramica, racconta storie di mondi possibili e si ripropone come casa editrice che produce libri come oggetti d’arte.
La programmazione delle attività del Plart – spiega Maria Pia Incutti – ricca di mostre, workshop, incontri, laboratori, spettacoli, progetti formativi rispecchia la nostra vocazione ad essere non solo luogo di conservazione ed esposizione del suo patrimonio, ma anche centro di sperimentazione e innovazione culturale attraverso un costante lavoro di studio, ricerca e produzione di contenuti estetici e scientifici.
La Fondazione, a distanza di dieci anni, è diventata centro di eccellenza, snodo interattivo in cui convergono le più diverse forme di creatività con particolare attenzione alla scena nazionale e internazionale del design”.
E non è un caso che l’imprenditrice, abbia dato il via in una città come Torino, ai lavori di realizzazione di Plart Two, nuovo Centro di Arte, Innovazione e Ricerca che inaugurerà nel 2019. “Nel Plart Two – ribadisce – farò sì che conviva una doppia realtà: quella storico-culturale e quella orientata al mercato delle più innovative tecnologie digitali.
Sostengo la creatività in ogni sua forma e per questo motivo saranno realizzate residenze per gli artisti e spazi dedicati a promuovere il design e l’arte: dall’architettura, alla fotografia, alla moda, al lifestyle e al suo interno apriremo anche un concept store che produrrà oggetti e piccole collezioni realizzate da artisti e designer di avanguardia”.