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Napoli

Anna Copertino e il suo: Maradò

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Napoli- (Vania Fereshetian)
Apro la copertina del libro e le prime parole che vedo mi inducono a cantare: “Oh mamma mamma mamma, oh mamma mamma mamma, sai perché mi batte il corazón? Ho visto Maradona, ho visto Maradona, uè mamma, innamorato son! ” Impossibile non farlo, impossibile non sentire quel fremito quell’emozione, impossibile tenere in mano quel libro e leggere senza muoversi, senza cantare, mentre, la vulcanica Anna Copertino, sistema i suoi libri con amore, prima della presentazione di “Maradò “. La vedo sorridere, è inconfutabilmente felice, insieme ai suoi compagni di viaggio, Mario Artiaco scrittore, Massimiliano Bonandi giornalista, Lino Blandizzi cantautore. Confessa che è stato bello rivivere tante emozioni, ascoltare, per arrivare al cuore di quest’uomo ” grande”, e non solo sul campo! La presentazione comincia e noi spettatori ci ritroviamo a vivere quei momenti, quelle atmosfere che sembravano dimenticate, quelle domeniche interminabili, dove l’odore del ragù faceva da cornice a una tavola imbandita a un televisore acceso ad alto volume e a una maglia azzurra come il cielo, come la speranza, come quella voglia di rivincita che quel ragazzetto dai capelli ricci e neri infondeva in tutti noi. Testimonianze di chi l’ha conosciuto negli anni d’oro ma anche in quelli meno felici. Diego, per tutti “El Pibe de Oro” con una personalità prorompente, eccentrica dentro e fuori dal campo. Con la sua penna Anna Copertino non ci regala il ” libro di Maradona”, ma consegna a noi lettori, le emozioni viscerali di quest’uomo: come lo definisce lei, “Maradò” è un viaggio emozionale in una Napoli che vede trasformare il sogno in realtà. Scava nell’animo di chi ha voluto condividere ricordi, fatti insoliti, amori e demoni. La giornalista, scrittrice, caporedattrice e amministratrice della testata giornalistica Web Road TV, napoletana, Anna Copertino, con il suo libro riesce a strappare lacrime e sorrisi riportandoci nella Napoli dello scudetto. Forse avremo annate calcistiche degne di essere citate, ma la trepidazione di quegli anni sarà irripetibile, ed è per questo che noi napoletani continueremo a cantare…
“Maradò, Maradò, Maradò”

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