NAPOLI – “La protagonista di questa canzone è una detenuta a cui il tribunale di sorveglianza non ha dato il permesso, come invece per altre due donne, di vivere una serata “normale”, a conclusione di un progetto durante il quale abbiamo scritto insieme il brano che ho voluto aprisse il mio album”. Assia Fiorillo usa parole sofferte prima di cantare e alla fine commuove tutti in un’atmosfera sospesa al teatro Tam di Napoli, nella serata di presentazione del suo primo disco da cantautrice, “Assia”.
La direttrice del carcere di Fuorni Rita Romano dal palco, intervistata dal giornalista Francesco Raiola, ha detto che oltre alle due per cui c’è stato il via libera e ad un rigetto, in alcuni casi dal tribunale non è arrivata nemmeno la risposta. Al gruppo uscito dal carcere si è aggiunta anche una ex detenuta. A loro e ad un pubblico numeroso, nonostante il distanziamento doveroso per le norme anticovid, Assia ha regalato momenti di divertimento e di grande atmosfera attraversando le tappe salienti della produzione del suo disco: dieci brani che partono da Napoli contaminando jazz, pop, elettronica e tradizione con linguaggi internazionali.
Questo album, e il concerto di presentazione ne è stato testimone, distrugge la retorica che ormai spesso è latente nei lavori cantautorali con un progetto capace, senza mai abbandonare la poesia, di entrare nei fatti e nelle storie, toccandole. In tempi di equilibrismi in questo caso è la
musica a farsi avanti e a raccontare storie e nomi che anche nelle cronache restano troppo spesso anonimi. È un progetto che utilizza la complessità della musica da studio, palco e sudore e la arricchisce con la sperimentazione di suoni nuovi, rendendola pop. Grazie agli arrangiamenti e alla direzione artistica di uno dei più geniali producer della scena internazionale, Massimo D’Ambra (tra le sue collaborazioni Gue Pequeno, Sfera Ebbasta,
Enzo Avitabile, Eugenio Bennato), il disco si colloca in un solco semivuoto nel
panorama italiano, quello di un cantautorato con una forte identità femminile, che
ha radici nella tradizione e fioritura nell’innovazione. “Spesso capita che mi portino progetti vuoti, senza cuore – ha spiegato d’Ambra dal palco del Tam – con Assia invece è stata un’alchimia perfetta per dare un vestito diverso alla bellezza che già esisteva nei suoi pezzi”.