CAPRI – Quando Sidonie-Gabrielle Colette arriva per la prima volta a Capri ha 37 anni. È il novembre del 1910, all’epoca l’isola accoglieva circa 30mila visitatori l’anno tra i quali decine di intellettuali, stravaganti nobili, identità fluide. Colette è già una diva della scrittura in Francia, in Italia si stenta ancora a elevare le sue opere da quelli che vengono considerati libretti erotici a romanzi. Su di lei, donna, lesbica, divorziata, madre diversa, artista di mimo spesso senza veli sui palchi della Belle Époque, anti-femminista, dalle posizioni politiche impopolari, pesa lo stigma di una libertà che non si riesce a imbrigliare.
A 112 anni da quel primo viaggio in Italia, Colette torna ad Anacapri. Nella dimora candida di via Timpone acquistata nel 1915. Insieme agli spettatori varcherà di nuovo la soglia di una casa che negli anni ha rappresentato per la scrittrice luogo di fuga e di rivelazioni e ora riapre finalmente le sue porte.
A svelare luci e ombre dell’autrice scomparsa nel 1954 sarà la stessa Colette, nell’intensa interpretazione di Donatella Finocchiaro. L’attrice catanese, diretta al cinema da registi come Giuseppe Tornatore, Pupi Avanti, Marco Bellocchio, Emanuele Crialese; a teatro da Luca Ronconi, Gigi Dall’Aglio, Andre De Rosa e attualmente in sala con il film La Stranezza di Roberto Andò, darà vita a una Colette inedita che guarda retrospettivamente la sua esistenza e si concede lo spazio per una riflessione sulla sua vera identità.
Ad accompagnare il monologo itinerante, composto come una creazione site specific da Giuditta Borelli, saranno le musiche di Debussy, in particolare Les collines d’Anacapri, Rachmaninov, Elgar, Milhaud, Schubert eseguite dal violoncellista Marco Di Palo.
Lo spettacolo è il terzo atto di CapriArt* – Arte come rivendicazione di genere. Giunto alla sua seconda edizione, il festival delle avanguardie gender con la direzione artistica di Mauro Gioia quest’anno è dedicato alla Francia e ispirato alla musa del cabaret Agnés Capri.
CapriArt* – Arte come rivendicazione di genere
Riconosciuto dal ministero della Cultura come festival multidisciplinare beneficiario dei Fondi Fus-Fondo Unico per lo spettacolo per il triennio 2022-24 e sostenuto dalla Città di Capri, CapriArt* – Arte come rivendicazione di genere è nato nel 2021 come progetto speciale intorno alla figura del giornalista inglese Henry Wreford che visse a Capri dal 1842 fino alla morte avvenuta nel 1892 e contribuì alle vicende politiche preunitarie italiane e alla diffusione di una cultura impegnata nel gender claim.