Anche se prende le mosse dal racconto di una famiglia segnata da una dittatura, indagando la possibilità di sanare e superare un trauma collettivo, questo testo può parlarci, in realtà, di una famiglia qualsiasi e del tentativo (impossibile forse) di rimetterne assieme i cocci, collocandosi, quindi, su un terreno assolutamente universale. Questa è una delle cose che più mi ha colpito quando l’ho letto e che mi ha spinto a metterlo in scena per farlo conoscere al pubblico italiano. Da una parte, quindi, la prepotenza della Storia, dall’altra la possibilità di raccontare una famiglia come tante che non può esistere senza rimossi, accuse, colpe da elaborare e da cui affrancarsi. Tutto questo è raccontato, come in tutti i testi di Calderón, attraverso una parola dirompente, che non dà via d’uscita, che mette spalle al muro. Ed è da questa parola strabordante ed esplosiva che comincerà il lavoro di messa in scena. Una stanza, due porte, un esperimento, una riunione familiare e una ragazza che vuole sapere; che ha una necessità e un dolore nel petto; che vuole ascoltare parole mai dette; parole che spieghino; parole che possano aiutarla. Da qui, dalle parole, cominceremo a lavorare.
Prezzi: Martedì • Mercoledì 15€ – Giovedì • Venerdì • Sabato • Domenica 20€ – Under 29 12€ – *Ridotto dal giovedì alla domenica posto unico 18€