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“Frequenze inaudite”: dal 4 novembre al via la stagione 2023-24 della Pietà de’ Turchini

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NAPOLI – “Frequenze Inaudite” è il titolo della nuova stagione concertistica e culturale della Fondazione Pietà de’ Turchini – Centro di produzione musicale, che raccoglie stimoli provenienti dal panorama artistico locale, nazionale e internazionale. Si parte il 4 novembre, riportando alla luce una pagina straordinaria, la Missa di Requiem di Domenico Sarro, e si proseguirà fino al 27 maggio. La programmazione 2023-24, frutto della sinergia tra la storica dello spettacolo Mariafederica Castaldo e il musicologo Paologiovanni Maione, porterà a Napoli artisti stranieri che si confronteranno col prezioso patrimonio musicale partenopeo e darà spazio a virtuosi ed ensemble nostrani, capaci di accendere nel pubblico curiosità verso sonorità originali e linguaggi musicali di raro – e spesso inedito – ascolto.

Il programma 2023-24 è finanziato da MIC e Regione Campania, sostenuto da Comune di Napoli, Città Metropolitana, realizzato in collaborazione con Università L’Orientale, ISMEO, Conservatorio di Musica “San Pietro a Majella” di Napoli, Instituto Cervantes, INAEM, Gallerie d’Italia – Napoli, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, Università degli Studi di Pavia, Università Cattolica di Milano, Società Bachiana Italiana.

«Ci occupiamo di un patrimonio musicale inesplorato e pregiato: il titolo “Frequenze Inaudite” nasce perché desideriamo che i nostri spettatori sintonizzino il loro ascolto su pagine uniche e straordinarie – spiega la presidente Mariafederica Castaldo. Siamo convinti che la bellezza della musica conceda un attimo di sospensione dagli affanni: un momento di benessere necessario per recuperare energie positive. La musica è istinto ancestrale, mette in connessione anima e corpo, e le composizioni antiche sono particolarmente adatte a riattivare questa funzione».

In stagione, 18 concerti, 2 progetti site specific, 1 rassegna tematica dedicata agli itinerari musicali che uniscono l’Oriente e l’Europa. Ma anche 3 percorsi formativi che faranno arrivare in città giovani talenti da tutto il mondo, creando un vero e proprio vivaio dinamico, che la Fondazione, con uno sguardo sempre aperto alle nuove generazioni, vuole sostenere e promuovere.

Numerosi gli eventi che approderanno in spazi del patrimonio artistico e monumentale, come la Chiesa di Santa Caterina da Siena, gioiello tardo barocco e sede della Fondazione, e le Gallerie d’Italia, favorendo esperienze di ascolto multisensoriale. Fecondo e sempre acceso sarà il dialogo con il mondo della ricerca musicologica, dell’arte, della letteratura, del cinema, del teatro, della danza, del digitale.

Tra le novità più interessanti del 2023, c’è l’ingresso nella famiglia di strumenti storici e di pregio della Pietà de’ Turchini di un organo Mascioni – perfettamente restaurato e concesso in comodato permanente alla Fondazione – con l’idea che diventi protagonista di progetti musicali pensati per lo spazio in cui sarà collocato: la cantoria della Chiesa di Santa Maria Incoronatella alla Pietà de’ Turchini. Personalità di spicco del panorama organistico nazionale, tra cui il donatore Giovanni Maria Perrucci, saranno chiamate a interpretare pagine storiche e del primo Novecento in stretto legame con la “Scuola napoletana”.

Di Napoli e dei suoi protagonisti musicali si racconterà “in note”, nel corso della stagione, dedicando produzioni e ospitalità a questo tema. A partire dal concerto di apertura che propone, in prima esecuzione in tempi contemporanei, la Missa di Requiem di Domenico Sarro, pagina di pregio rimasta “inaudita” e rintracciata dalla Fondazione grazie alla consulenza musicologica di Paologiovanni Maione, con protagonisti i Talenti Vulcanici, diretti da Stefano Demicheli, la partecipazione del coro Exultate di Davide Troìa e la neo formazione vocale della Schola Gregoriana della Pietà de’ Turchini, coltivata da Lanfranco Menga (4 novembre). L’evento è realizzato con il sostegno di Intesa Sanpaolo, che dallo scorso anno affianca, in qualità di Main Sponsor, la programmazione dei Talenti Vulcanici.

Molte, le ospitalità autorevoli in cartellone – alcune al debutto sulla scena napoletana: la talentuosa Clara Montes, artista originaria di Cadice, omaggia il poeta Antonio Gala, cui dedicò il disco d’esordio aggiudicandosi il Premio de la Música (8 novembre), che consolida la collaborazione con l’Instituto Cervantes; Il Furibondo String Trio propone la trascrizione delle Variazioni Goldberg di J. S. Bach eseguite in versione per trio d’archi a cura di Annette Bartholdy (12 novembre); La fonte musica di Michele Pasotti – insignito del Premio Abbiati 2022 – arriva per la prima volta al Sud Italia, con un programma dedicato agli esponenti della tarda Ars Nova italiana Zacara da Teramo e Johannes Ciconia (24 novembre); Les amies partimentistes presenta Le virtuose fatiche dei violoncellisti del XVIII secolo Francesco Alborea, Salvatore Lanzetti e Francesco Paolo Tomaso Supriani (3 dicembre); Accademia Ottoboni regala uno sguardo su alcune pagine di C.P.E. Bach, sul rapporto col padre e sulla corte di Federico II di Berlino (17 febbraio); Ensemble Dialogos di Katarina Livijanic, straordinaria alchimista della musica medievale in chiave teatrale, presenta Barlaam and Josaphat – una lettura cristiana della vita di Buddha (16 marzo); Tasto Solo di Guillermo Pérez, che esplora la musica medievale e del primo Rinascimento, apre uno scorcio artistico sulla figura di Beatrice, principessa di Napoli nel Rinascimento (11 aprile); La Vaghezza, trio con interesse per l’imprevedibilità e la stravaganza della musica italiana del XVII secolo arriva a Napoli con Mirabilia (3 maggio).

Talenti Vulcanici, i giovani musicisti del progetto di residenza formativa e professionale nato in seno alla Fondazione, saranno protagonisti della nuova stagione con Partenope Eterna, insieme alla straordinaria soprano Naomi Rivieccio (28 aprile). Il programma inaugura il primo disco dell’etichetta Turchini Records, che si affianca alle Edizioni Turchini, dando testimonianza tangibile degli sforzi prodotti dalla Fondazione a favore della storia musicale di Napoli nel mondo. Il disco accosta cantate del primo Settecento con un brano inedito su testo di Giuseppe Montesano, composto da Fabio Vacchi (vincitore del premio Antonio Feltrinelli dall’Accademia dei Lincei).

Il 6 novembre, prenderà il via la rassegna tematica Musiche sulla via della seta, realizzata in collaborazione con l’Università L’Orientale di Napoli, ISMEO – Associazione Internazionale di studi sul Mediterraneo e L’Oriente e il Dipartimento di Musica Jazz del Conservatorio “San Pietro a Majella”, con L’Orientale in Jazz, concerto inaugurale dell’anno accademico dell’Università l’Orientale. In scena, 4 set musicali di artisti provenienti da Giappone, Indonesia, Algeria, Gambia e interventi degli studenti del Dipartimento di Musica Jazz diretti dal M° Marco Sannini; si prosegue il 27 maggio presso la Chiesa Santa Caterina da Siena con Calung-Lénggér Banyumasan: the Italian Tour, progetto che intende promuovere le arti performative indonesiane, portando in Italia dieci tra gli artisti più rappresentativi.

Tra i progetti site specific2 concerti realizzati presso le Gallerie d’Italia – Napoli, a corollario della Mostra Napoli al tempo di Napoleone. Rebell e la luce del Golfo, previsti il 17 dicembre e il 6 gennaio: Il Salotto musicale dell’Ottocento con il Duo Colbran, e Nuit d’été tra Italia e Francia con Teresa Iervolino (mezzosoprano) e Andrea Del Bianco (pianoforte).

Tre le proposte formative della Fondazione per il 2024: il Corso di Canto Gregoriano, guidato da Lanfranco Menga, vera e propria scommessa per la Fondazione, realizzato con il patrocinio dell’Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano; e ancora la Masterclass di Canto barocco, a cura di Sara Mingardo, uno dei più importanti contralti della scena internazionale; e il Laboratorio di Tecnica e Interpretazione Vocale, guidato da Maria Ercolano.

Vivace sarà il dialogo con il mondo della ricerca musicologica, da sempre al centro del lavoro della Fondazione, che dal 16 al 18 novembre realizza il suo primo workshop internazionale dal titolo Cantieri tra prassi esecutiva e storia, che alternerà interventi di studiosi e interpreti di spicco del mondo musicale “filologicamente informato” su Seicento, Settecento e Ottocento.

Con lo sguardo rivolto al futuro e al ricambio generazionale, la Fondazione, il prossimo autunno, darà vita alla XIII edizione del Concorso Internazionale di Canto barocco “Francesco Provenzale”: una preziosa occasione per identificare voci e ruoli da inserire nelle produzioni del 2025.

Anche quest’anno, a curare il visual della Fondazione Pietà de’ Turchini è stata la creatività di Stefano Marra, che ha sintetizzato in immagine le linee guida del progetto artistico 2022-23.

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