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“Gesù Cristo non era juventino” il nuovo libro di Pompeo Di Fazio

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NAPOLI – Pompeo Di Fazio ci riprova. Dopo il libro “Aboliamo la Juventus – proposta per la rinascita dell’Italia”, ecco pronto il suo ideale sequel: “Gesù Cristo non era juventino”.

Il nuovo libro, edito dalla casa editrice “Albatros – il Filo” è una storia divertente e provocatoria. Il cardinale Gragnano vive da qualche tempo una profonda crisi interiore. La Chiesa ha difficoltà ad arruolare nuovi fedeli e l’idea di una messa domenicale unica da piazza San Pietro, trasmessa su tutti i canali social, non ha riscosso il successo sperato. E poi c’è anche il suo Napoli, la squadra del cuore, che gli fa vivere partite al cardiopalma. L’amico Massimo Venale, vescovo e suo intimo confidente, è invece più interessato alle questioni materiali. Le offerte per la Chiesa diminuiscono continuamente e anche le passate roccaforti del cristianesimo stanno subendo un declino. Serve un’idea capace di risollevare le sorti. Il cardinale Gragnano trova quella che si definirebbe un’illuminazione nel testo di un certo Di Fazio dal titolo curioso: Aboliamo la Juventus – Proposta per la rinascita dell’Italia. Il male, per l’autore di quel libro che fa sempre più presa sulla mente del cardinale, è incarnato dalla Juventus e far sparire i colori bianco e nero dal mondo deve diventare una missione per ogni buon cristiano.

Un’opera unica nel suo genere, testimonianza sincera di una fede calcistica che incarna una spiritualità profonda che permea ogni aspetto della quotidianità.

Il libro verrà presentato a Roccasecca, sabato 25 marzo, alle ore 17, presso la Sala san Tommaso del Comune di Roccasecca. Oltre all’autore, sarà presente il sindaco Giuseppe Sacco che porterà i suoi saluti. Dialogheranno con Di Fazio, lo scrittore Alessandro Marcuccilli e lo storico e giornalista Fernando Riccardi. Parteciperà anche il noto autore del libro “Maledetta Juve” Paolo Trapani.

“Ci ho pensato tanto al titolo di questo libro: poi mi sono detto, “andiamo! – ha dichiarato Pompeo Di Fazio – Un’altra follia all’insegna del calcio come paradigma particolare per interpretare la realtà e provare ad offrire un senso nuovo, anche una nuova spiritualità che cambia la vita delle persone in maniera immediata.

E per chi è di Roccasecca, ci sono anche San Tommaso D’Aquino e il nostro paese. Un omaggio particolare alla candidatura a Capitale della Cultura e al triennio tomistico, perché l’Angelico Dottore, e la nostra storia, non possono essere solo oggetti da museo, ma devono entrare, a gamba tesa è il caso di dire visto l’argomento, nella vita di tutti i giorni e diventare sostanza di un nuovo approccio al mondo. Vi aspetto”.

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