NAPOLI – Sono due i protagonisti in scena, Orson Welles e Broadway, avvolti dalla luce che fa da contrappunto, sottolinea e mostra la sua scabra verità di uomo, di cui “veste” i panni Giuseppe Battiston per Orson Welles’ Roast, in scena giovedì 14 novembre 2019 alle ore 21.00 (repliche fino a domenica 17) al Teatro Nuovo di Napoli, con la regia di Michele De Vita Conti.
Presentato da Gli Ipocriti Melina Balsamo, lo spettacolo ricostruisce, attraverso ricordi e irresistibili aneddoti, l’avventura artistica di Orson Welles, icona del ventesimo secolo, attore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e produttore cinematografico geniale.
Il testo, scritto a quattro mani dallo stesso Battiston e Michele De Vita, è tratto da numerose interviste rilasciate dal regista stesso, e restituisce alcuni aneddoti della vita del grande cineasta statunitense, attraverso alcune iniziali riflessioni sul cibo, per passare poi alla sua meno famosa carriera teatrale, alla fortunata trasmissione radiofonica e, infine, al suo musical su Cole Porter.
Orson Welles’ Roast prova a immaginare come sarebbe un breve incontro con Orson Welles, se potesse, solo per un’ora, tornare a stare tra noi.
“Abbiamo provato – così i due autori in una nota – a evocare il grande maestro, per avere occasione di rendergli omaggio. E la forma più opportuna per farlo, ci è sembrata quella del “roast”, che potremmo qui tradurre, più che letteralmente come “arrosto”, come “elogio al contrario”. Un feroce panegirico che i potenti e le celebrità, soprattutto nei paesi anglosassoni, si autoinfliggono, tramite amici e colleghi, per celebrare le grandi occasioni”.
L’epopea artistica di Welles diviene, così, una confessione priva d’ipocrisie e di false modestie, in cui il protagonista si rivolge direttamente al pubblico ripercorrendo, come in un fiume di ricordi, gli episodi della sua vita, che si mescolano alle riflessioni sul mondo, proprio come ingredienti di una ricetta.
A fare da cornice all’esilarante e talvolta amara serie di aneddoti è, infatti, proprio una ricetta, quella dell’arrosto, di cui l’artista si professa un devoto cultore.
Orson Welles, dunque, vuole essere “roasted”, messo a nudo e arrostito davanti al suo pubblico, e Giuseppe Battiston fa da cicerone nella vita dell’iconico regista, percorrendo gli episodi che ne hanno segnato l’ascesa.
Il gioco teatrale di Orson Welles’ Roast ruota interamente intorno all’attore, che si specchia alla possente vita narrata di quel maestro indiscusso del Cinema mondiale, salito troppo in fretta all’apice della sua carriera e precipitato, inesorabilmente, verso il declino negli ultimi anni della sua vita.