Il Festival della filosofia in Magna Grecia sbarca nella Sicilia occidentale con un appuntamento che vede protagonista Sciacca, Palermo, i templi di Selinunte e di Agrigento.
È la prima edizione del Festival che si realizza nell’ambito di una rete internazionale per gli studenti italiani e greci sul tema dell’ecologia delle relazioni, tra cura e sostenibilità, in base a un protocollo d’intesa siglato presso l’ambasciata d’Italia ad Atene nello scorso mese di settembre.
Il filosofo protagonista dell’iniziativa di questa edizione è stata Lucrezia Ercoli con la sua popsofia. L’apertura nel Centro Storico della città di Palermo, Patrimonio Unesco nella Chiesa del Santissimo Salvatore con i saluti istituzionali dell’assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione del Comune di Sciacca Salvatore Mannino la presentazione del progetto FFMG 2024 a cura della Presidente Giuseppina Russo, del Direttore scientifico Annalisa Di Nuzzo, del Responsabile Metodologia Salvatore Ferrara. Presente per il Comitato coordinamento Rete FFMG Sicilia – Attika – Peloponneso Grecia del Nord la Prof.ssa Anna Terminello.
Il 23 ottobre si è svolta la conferenza stampa a Sciacca a Palazzo Lazzarini con video collegamento con la dirigente Veronica T. Sole e il professore Alessandro Tousias, Scuola Italiana di Atene, Capofila Rete FFMG Sicilia – Attika – Peloponneso – Grecia del Nord, Stelios Markantonakis intervenuto a nome di Atanasios Nikolopoulos, in rappresentanza del Ministero dell’Istruzione ellenico. I 400 liceali della Campania ospiti della manifestazione sono stati accolti e guidati a gruppi in un’appassionante narrazione, dentro vari spazi del Palazzo comunale e al Museo del Mare e Museo del Carnevale, dagli studenti del Liceo scientifico Enrico Fermi, del Liceo classico e artistico Tommaso Fazello, e degli istituti di istruzione superiore Don Michele Arena e Calogero Amato Vetrano. È stato evidenziato il valore educativo di questo progetto pilota, che porterà a febbraio ad accogliere a Sciacca studenti provenienti dalla Grecia alla riscoperta di radici comuni, di un’antica relazione con il territorio e la sua comunità appropriandosi di quello che di prezioso ed eterno ci è stato lasciato in eredità in un rapporto europeo, internazionale, con una didattica sperimentale, coinvolgente, e con protagonisti gli stessi studenti.