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In Sala Assoli, Igor Esposito e Daniele Russo celebrano “I Poeti Selvaggi di Roberto Bolaño”

NAPOLI – La poesia è un atto di resistenza contro oppressione e indifferenza: questa è l’idea alla base della conferenza-spettacolo I Poeti Selvaggi di Roberto Bolaño, in scena in Sala Assoli dal 14 al 16 ottobre ore 20.30. Ideato da Igor Esposito, che cura testo, drammaturgia, traduzioni e la mise en space insieme a Daniele Russo, lo spettacolo celebra il coraggio di una generazione di poeti che sfida ingiustizie e dittature. Questo appuntamento è il secondo di un percorso sul teatro di poesia, avviato con successo dallo spettacolo di Mariangela Gualtieri. Con Esposito come voce narrante e Daniele Russo a dare voce ai poeti, accompagnati dalle musiche dal vivo di Massimo Cordovani e dalla partecipazione straordinaria del poeta cileno Bruno Montané Krebs, il pubblico viene condotto in un viaggio evocativo che esprime il profondo legame tra poesia e resistenza culturale; ad arricchire la scena, le sculture di Carlo De Vita. Prodotto da Teatro Rosso Simona con il supporto di Festivaletteratura di Mantova, lo spettacolo presenta poeti e testi in gran parte inediti in Italia, che hanno forgiato l’estetica e il gusto di Bolaño. Info e prenotazioni: 345 467 9142 – assoli@casadelcontemporaneo.it

La conferenza si snoda in tre capitoli, ognuno dei quali rappresenta un tassello fondamentale della vita e dell’opera di Bolaño. Il primo capitolo ci catapulta nel contesto storico del colpo di stato di Augusto Pinochet, un evento devastante che segna la vita del giovane Bolaño, appena tornato a Santiago. Qui si intrecciano le sue prime esperienze con poeti come Carlos Pezoa Veliz e Jorge Telleir, le cui opere ispirano la sua visione della poesia come strumento di lotta e libertà. Il secondo capitolo ci conduce a Barcellona, dove Bolaño, accompagnato dall’amico e poeta Bruno Montané, si ritira in cerca di un nuovo impulso creativo. In questa città, la poesia continua a pulsare: i versi di Enrique Lihn e le espressioni tormentate di Rodrigo Lira rappresentano un rifugio e una sfida, mentre Bolaño affronta i suoi demoni personali. Infine, il terzo capitolo affronta le drammatiche esperienze delle dittature latinoamericane. Qui emergono i versi potenti di Raúl Zurita, che denuncia l’orrore dei desaparecidos, e la poesia ironica e colloquiale di Claudio Bertoni, offrendo uno sguardo multilivello su una realtà segnata dalla sofferenza e dalla resistenza.

«Roberto Bolaño ci insegna che un poeta può sopportare tutto, ma non è mai solo nella sua lotta. I poeti che celebriamo non sono semplicemente figure del passato; sono voci di resistenza, di amore e di libertà. In questo viaggio, ci immergiamo nella loro poesia e nelle loro storie, riempiendo gli spazi vuoti con le parole di chi lotta per un mondo migliore», afferma Igor Esposito. Lo spettacolo rappresenta una celebrazione della poesia e della resilienza umana, sottolineando il valore duraturo di queste voci nella nostra società.

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