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In scena al Teatro Civico 14, l’omaggio di Tony Laudadio alla musica di Pino Daniele

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NAPOLI – Sabato 21 ottobre ore 20.00, Tony Laudadio porta in scena al Teatro Civico 14 di Caserta il reading musicale La città che incanta (Pasqualino e Alessiuccia), di cui è autore, regista e interprete. L’artista, diviso oggi tra cinema e teatro, torna al suo giovanile amore per la musica e ci presenta una storia di amore e musica, la cui architettura è costituita dalla musica di Pino Daniele. In scena insieme a Ludadio (voce e sax), Ferdinando Ghidelli (chitarra), Corrado Laudadio (basso), Almerigo Pota (tromba). Replica domenica 22 ottobre ore 18.00. Lo spettacolo è prodotto da Casa del Contemporaneo in collaborazione con Teatro Ricciardi. Info e prenotazioni a 0823 441399 oppure info@teatrocivico14.it. Costo del biglietto 12 euro (intero); 10 euro (ridotto) per under 30 e over 65 acquistabili anche sul sito www.teatrocivico14.it.

«Il discorso vale per Napoli e la napoletanità ma forse è più vasto – spiega Toni Laudadio: c’è una ricchezza enorme che vive attorno a noi tutti. Un tesoro visibile, nient’affatto nascosto, che ci arricchisce persino oltre la nostra stessa volontà e di cui spesso non ci rendiamo neanche conto. È un patrimonio di bellezza composto di architettura, letteratura, paesaggi, poesia e, soprattutto di musica. E in particolare la musica dei nostri amori, quella che ci ha riempito l’anima. Ad esempio quella di Pino Daniele. Tutta questa bellezza penetra attraverso la nostra pelle, l’assorbiamo giorno dopo giorno, e solo a volte ci accorgiamo di quanto ci abbia aiutato a crescere e a diventare quell’insieme di emozione e pensiero che ognuno di noi è in età adulta. Averne consapevolezza è una scoperta sensazionale ma non sempre accade. Se non ti accorgi di quanto è meraviglioso l’incanto nel quale sei immerso, ti perdi gran parte del piacere. Ma c’è sempre tempo. E se non te ne accorgi da solo, ci sono sempre gli altri che possono mostrartelo».
Pasqualino ad esempio vive immerso nella bellezza, ma la vive solo con i sensi che gli sono rimasti e ne celebra la straordinarietà attraverso la sua voce. Alessiuccia, invece, che non può cantarla perché non ha la voce di Pasqualino, la guarda con più distacco e più rabbia. Entrambi hanno un limite: non sono ancora consapevoli, eppure quell’incanto è lì davanti a loro. Attorno a loro. Sono ragazzi e nella loro cruda purezza si stanno scoprendo. Ma non puoi costringere qualcuno a vedere se non può, e meno ancora se non vuole. Ma chi è di fronte a loro può vederli, seguirli: sono due mondi che si abbracciano, due orbite che si intrecciano e che, nella danza celeste, esplorano l’universo, la galassia, la città.
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