NAPOLI (Di Anna Calì) – Metti un’afosa notte di luglio, aggiungici il mare che dal blu sembra prendere le sembianze del colore nero pronto a cullare con le sue onde l’ennesima notte partenopea, le stelle in cielo e le luci delle case napoletane che si preparano ad affrontare l’ennesima nottata in bianco a causa delle elevate temperature; i silenzi; la quiete; il Vesuvio che dopo il tramonto perde quel tocco di luce e, nonostante il suo uniformarsi al colore scuro della notte, è sempre pronto a proteggere il suo popolo e a osservarlo dall’alto della sua maestosità. Insomma, potrebbe essere la classica “Una notte a Napoli” come canta Pink Martin: pochi elementi che fanno venire in mente che la passione abbia toccato il suo apice.

Ma in “una notte a Napoli”, possono accadere tante cose e, se spostiamo lo sguardo verso le colline di Posillipo, proprio lì, nel cuore di Via Petrarca noteremo il grande edificio che si erge e tiene d’occhio tutta la città. Ed è qui che la “Passione” ha raggiunto il vero e proprio culmine di goduria e piacere. A Villa Doria D’Angri, per la rassegna “Note del Mare”, organizzata dall’Università Parthenope con la collaborazione di Fondazione Ravello e Banco di Napoli, è andato in scena lo spettacolo dello scrittore Maurizio De Giovanni dal titolo “Passione”, per l’appunto.

Uno spettacolo pensato e ideato dallo stesso De Giovanni che, in Napoli non vede solo delle capacità e un potenziale, ma un vero e proprio motivo di orgoglio. Un viaggio all’interno della musica napoletana, ma soprattutto un viaggio all’interno dei personaggi e dei poeti che hanno fatto la storia con le loro canzoni. Ed è proprio questo sentimento, questa passione, che accomuna tutti i grandi artisti e i protagonisti di questo spettacolo: Vincenzino Russo che come a “nu mariuolo”, osserva la sua amata Enrichetta e, ne segue l’ombra attraverso la finestra e, che morirà a soli 27 anni senza aver avuto mai il piacere di poter passare un solo istante con lei. Ed è proprio a Vincenzino che, giovedì 18 luglio, verrà intitolata una strada in una traversa di Piazza Garibaldi, dopo 120 anni come ha dichiarato lo stesso De Giovanni: “La città di Napoli salda il suo debito”.

Ma ancora, la passione di Libero Bovio che ha scritto: Reginella e Silenzio cantatore, Salvatore Di Giacomo con: Palomma ‘e notte, E ‘ccerase e Spingola francese; sino ad arrivare alla musica umoristica e alle “macchiette”.

Attraverso i racconti dei nostri poeti possiamo capire che la “Passione”, non è soltanto colei che dà energia e vitalità al cuore, colei che ci trasporta in un viaggio sensazionale, fatto di brividi, ma a volte può trasformarsi anche in un qualcosa di malinconico, nostalgico e doloroso, molto. Perché in fondo, la passione e l’amore sono accomunati proprio da questo: dal dolore.

Le parole e i racconti di De Giovanni, però vengono impreziositi dalla splendida voce di Marianita Carfora che ieri sera su quel palco ha fatto molto di più che limitarsi a cantare: come la Sirena Partenope che con la sua voce incantava i pescatori, così, Marianita ha incantato il pubblico presente. E, nel momento esatto in cui Marianita ha prodotto un acuto, è parso persino di vedere il mare brillare e muoversi allo stesso ritmo della voce, come se non aspettava nient’altro che questo. Ad accompagnare De Giovanni e Carfora, ci hanno pensato: il sax di Marco Zurzolo; la chitarra di Carlo Fimiani e il contrabasso di Umberto Lepore.

 

PH MARIO PALUMBO 

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