Laura Viviani è un perito trascrittore. Ha ascoltato e trascritto molte pagine di intercettazioni, telefoniche e ambientali e ora, durante l’udienza dibattimentale a conferma della sua perizia in un processo dalla notevole risonanza mediatica si trova di fronte a una sorpresa. E quello che doveva trattarsi di un esame di routine si trasforma in un incubo. Tutto sembra architettato contro di lei in una vicenda dai risvolti inquietanti. Per risolvere questo enigma che la ferisce personalmente e che annienta la sua credibilità in campo professionale, avrà bisogno di tutto il suo coraggio, un po’ di fortuna e dell’immancabile aiuto di Carlo Soldani.

Salve Ela Bi “Il cielo sopra i cristalli”, come nasce questo lavoro editoriale?

“Nasce da un’idea che mi è venuta svolgendo il mio lavoro: mi sono immaginata una storia di questo genere e l’ho sviluppata.

Perito trascrittore, qual è l’elemento fondamentale per chi svolge questa professione?

“Una professione per niente facile e soprattutto poco conosciuta. L’elemento fondamentale è l’attenzione alle parole, unita al pensiero che il lavoro ci mette in rapporto con gli altri e, soprattutto in questo caso, è necessario fare molta attenzione a ciò che si ascolta e a ciò che si trascrive perché sono prove usate in procedimenti giudiziari e che coinvolgono la vita delle persone”.

Come mai la scelta di dedicarsi a una professione del genere?

“Tutto è nato per caso, diversi anni fa, un’amica mi parlò di questo lavoro. Io non avevo assolutamente idea di che cosa si trattasse ma avevo delle basi e ci provai. A quei tempi iniziai per una cooperativa che aveva vinto una gara d’appalto e da lì mi ci sono appassionata. Questa professione richiede la completa consapevolezza di quello che succede dal momento in cui l’onda sonora che attraversa il tuo orecchio, è riconosciuta come “parlato” e deve essere codificata in linguaggio scritto. Per questo gli studi necessari si articolano in vari settori, Linguistica, Acustica, Fonetica, Informatica, ecc.  Non è semplice. Si scrive quello che si ascolta, ma tra quello che si ascolta e si sente e la trascrizione ci sono un’infinità di tranelli. Non bisogna mai inventare, abbellire o trasformare o lasciarsi traviare da una nostra esperienza pregressa: le parole trascritte devono essere esattamente quelle che sono state pronunciate e registrate. Si tratta di consegnare delle prove; è la punteggiatura che aiuta a rendere i toni e i sensi: dubbi, esclamazioni, interrogazioni, indefinitezza. Le virgole al punto giusto danno un significato ben preciso alla frase e spesso, se spostate, il significato cambia”.

Come nasce la passione per la scrittura e il titolo di questo lavoro editoriale cosa vuol significare?

“Il mio rapporto con la scrittura nasce con me, e, nel momento in cui ho iniziato le elementari, a cinque anni, sapevo già scrivere! Mi è sempre piaciuto scrivere, all’inizio per me, poi anche per gli altri. Il titolo rappresenta il tetto del Palazzo di Giustizia di Firenze (ndr) e la copertina ne è una foto. Quando si attraversa l’atrio dell’entrata ci si ritrova avvolti in questa barriera che si frappone tra il cielo e tutto quello che ci sta sotto”.

Non è l’unico lavoro editoriale

“Mal’essere” è una raccolta di racconti, uno di questi aveva vinto il “Fiorino d’oro” della città di Firenze come racconto inedito. È seguito il romanzo breve “In canto d’amore” dove ho creato la storia di un uomo, Claudio Soldani, che ho voluto riportare tra i protagonisti de “Il cielo sopra i cristalli”.

Anche il titolo di Mal’essere è apostrofato, e perché in questa società c’è troppo malessere?

“In “Mal’essere” ho descritto persone con profonde sofferenze e  problematiche esistenziali. La mia opinione è che in questa società ci sia molto malessere perché si dà poco valore all’essere, ai valori importanti dell’esistenza, forse troppa superficialità, perché ci si lascia trascinare dalla corrente. Probabilmente c’è carenza sia di liberi pensatori che di coraggio. Probabilmente  abbiamo paura della felicità che invece di coraggio ne ha molto bisogno”.

Laura una donna forte nonostante le difficoltà, la troveremo in un altro libro?

“Mi piacerebbe farle vivere altre storie, sto pensando a un altro libro. È in fase di riflessione, e in fase embrionale. La trovo un personaggio valido e se lo merita”.

Ha in mente delle presentazioni?

“Ne abbiamo già fatte due e sono in programma altre, l’editore già si sta muovendo” in questo senso.

Quale altro genere ti piacerebbe scrivere e quale non?

“Ho già scritto tre generi diversi, racconti brevi, romanzo breve, giallo. Potrebbe interessarmi qualsiasi altro genere, dipende dalla storia che ho in mente. Non credo che potrà trattarsi di horror, perché non è nelle mie corde. rQuando scrivo, oltre che procurarmi piacere/tormento personale, scrivo con l’intento che chi legge possa trascorrere delle ore in piacevole “compagnia”.

 

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