Site icon Napoli Village – Quotidiano di Informazioni Online

La scuola militare e chiesa della Nunziatella sul podio della classifica provvisoria de: “I luoghi del cuore”

NAPOLI – A oggi il luogo in Campania al primo posto della classifica provvisoria (classifica provvisoria completa su www.iluoghidelcuore.it) è la Scuola militare e Chiesa della Nunziatella. La prestigiosa Scuola, tra i più antichi istituti di formazione militare del mondo, venne fondata nel 1787 da re Ferdinando IV di Borbone con l’intento di creare un’istituzione innovativa, capace di curare la formazione culturale, fisica e caratteriale degli ufficiali. Trovò subito sede nell’ex noviziato dei Gesuiti, costruito nel 1587 sulla collina di Pizzofalcone. Il complesso, che spicca nel profilo di Napoli per la sua imponenza ed è noto per la colorazione rosa acceso come Rosso Maniero, deriva l’appellativo “della Nunziatella” dall’annessa chiesa dedicata alla Santissima Annunziata. Quest’ultima, realizzata nel 1588 per i Gesuiti, fu profondamente rimaneggiata da Ferdinando Sanfelice nel 1736, che la trasformò in un gioiello del Rococò napoletano, ricca di stucchi, dipinti e decorazioni in marmi policromi. I voti vengono raccolti dai Militari, con un’ampia partecipazione anche degli ex allievi, con l’intento di accendere l’attenzione sulla chiesa, che necessita di alcuni restauri.

Segue il Quartier generale Marina – base navale di Napoli che si erge sul Molo San Vincenzo. La sua presenza affonda le radici all’indomani della battaglia di Lepanto nel 1571, che vide lo scontro tra le flotte pontificie e quelle dell’Impero Ottomano; la minaccia delle frequenti incursioni saracene rese necessario alla città di Napoli di dotarsi non solo di una flotta, ma anche di un arsenale, che venne fondato nel 1577 e rimase attivo fino a pochi anni fa. Con l’Unità d’Italia, la Regia Marina creò un forte legame con la città, che divenne sede di uno dei tre Dipartimenti della nuova Nazione. Il Molo San Vincenzo, ampliato tra il 1840 e il 1845, si è arricchito in quegli anni di una base per sommergibili, di alloggi per gli equipaggi e officine specializzate. Di importante valenza architettonica è il faro, alto 24 metri, attivato nel 1916 e ricostruito nel 1950, che guida tutt’ora le navi in entrata e in uscita dal molo. Sulla facciata del sito si ergono inoltre due imponenti antenne, che permettono comunicazioni radio con gran parte del Mediterraneo. Oggi, la base custodisce anche un cannone storico all’interno dell’Accademia Navale e funge da set principale della celebre serie Mare Fuori, continuando così a intrecciare la sua storia con quella della città di Napoli. Come per la Nunziatella, sono i militari a promuovere la partecipazione al censimento I Luoghi del Cuore 2024, per far conoscere l’importanza storica della Base e renderla sempre più un luogo inserito nel patrimonio della città.

Ha ricevuto molti voti anche la Valle dei Mulini di Gragnano, un affascinante tratto dell’antica mulattiera che dal porto di Castellammare conduce ad Amalfi. Si tratta di un sistema idrico molto complesso realizzato grazie a una serie di sorgenti che alimentano il torrente Vernotico e azionano i mulini con la forza dell’acqua in caduta. La progettazione ingegnosa ha sfruttato le caratteristiche orografiche del territorio, consentendo all’acqua di scorrere in un percorso ininterrotto, da un mulino all’altro, grazie a serbatoi integrati. Ogni mulino è stato posizionato strategicamente, mantenendo un dislivello che garantisse la corretta pressione per far girare le macine. Oggi, il recupero e la valorizzazione di questo patrimonio storico sono fondamentali, per preservare un luogo che racconta storie di tradizione e ingegno. A tal fine, è stato creato il Comitato “Amici della Valle dei Mulini”, che promuove la raccolta voti al censimento I Luoghi del Cuore.

Molti voti anche per l’Eremo di Santa Maria di Pietraspaccata e Bosco della Salandra, a Marano di Napoli (NA). Si tratta di due luoghi strettamente legati: l’eremo sorge infatti all’interno di un castagneto secolare, il Bosco della Salandra. Parzialmente scavato nel fianco di un profondo solco idrografico, che caratterizza il territorio con salti di oltre cento metri, l’eremo si sviluppa in una serie di grotte su più livelli che furono probabilmente sede di un primitivo insediamento rupestre nel Neolitico. L’area fu frequentata anche successivamente: affacciata su uno storico tratturo della transumanza, forse già risalente ai Sanniti, in epoca romana le grotte furono inglobate in una sovrastante villa, come dimostrano diverse evidenze archeologiche. Frequentata da monaci forse già nel Medioevo, la struttura attuale prende forma dal XVI-XVII secolo e sono attestate presenze abbastanza continuative fino all’Ottocento, quando l’eremo cadde in disuso e fu abbandonato fino al totale degrado. Crolli del costone soprastante ne minano la stabilità e lo sversamento di rifiuti nel bosco contribuisce al deterioramento complessivo. L’Associazione “Salandra Lovers” e il comitato “La casa dei diritti” partecipano al censimento con l’obiettivo di ampliare la conoscenza e stimolare la tutela del bosco e dell’eremo, che necessita di importanti lavori di consolidamento e restauro.

Ampiamente segnalata nel territorio campano è la Chiesa di San Giorgio a Salerno. Il complesso, fondato nell’VIII secolo, è uno dei più antichi insediamenti religiosi di Salerno, contemporaneo all’abbazia di San Benedetto e ai primi duchi longobardi. Un documento del 719 attesta la concessione di beni al monastero a cui era legata la chiesa. Nel tempo, il cenobio ha subito diverse trasformazioni, inclusa l’unificazione dei monasteri femminili, con il trasferimento delle monache benedettine. Dopo la soppressione napoleonica, nel 1866, la chiesa fu affidata al comune, mentre le strutture monastiche divennero caserme. Importanti scoperte architettoniche hanno rivelato cambiamenti nella pianta dell’edificio nel XVI secolo. La chiesa, inaugurata nel 1674 e decorata da artisti come Scipione Galiano, conserva affreschi di grande valore artistico, ma attualmente è afflitta da problemi di umidità e degrado, che rendono necessarie alcune opere di restauro. Il comitato “La storia e la bellezza di San Giorgio nel cuore” partecipa al censimento “I Luoghi del Cuore” 2024 con l’obiettivo di promuovere le necessità di recupero della Chiesa.

Segue Largo Donn’Anna a Posillipo, l’elegante quartiere affacciato sul golfo di Napoli. Largo Donn’Anna è uno spazio urbano il cui nome deriva dall’adiacente e omonimo Palazzo, un edificio costruito nel 1642, che rappresenta un simbolo per i turisti sin dai tempi del Grand Tour. La sua storia si intreccia con eventi significativi, dal periodo del viceré Duca di Medina e della viceregina Anna Carafa – da cui l’area prende il nome – che commissionarono la costruzione stessa del palazzo, fino alla rivoluzione di Masaniello. Per secoli Largo Donn’Anna è stato un punto di riferimento per Posillipo, popolato da molte persone e caratterizzato dalla sua architettura incompiuta. A sostegno di questa candidatura vi è il comitato “Posillipo x Donn’Anna”, registrato con l’obiettivo di promuovere un intervento di riqualificazione e decoro di uno spazio urbano piccolo ma denso di storia della città di Napoli.

Molti voti anche per il Convento di San Francesco a Carinola (CE). Dedicato al santo di Assisi, che si dice trovò rifugio in una grotta a pochi passi dal luogo, il Convento comprende una Chiesa a due navate e un chiostro fondati nel XIII secolo. Quest’ultimo si sviluppa su pianta quadrata, caratterizzata su ogni lato da cinque archi a sesto acuto realizzati in tufo grigio. Un tempo la muratura del chiostro era caratterizzata dalla presenza di affreschi, oggi purtroppo rimasti solamente in alcune lunette. La Chiesa, anch’essa realizzata in pietra grigia, è invece caratterizzata da una pianta longitudinale e uno sviluppo in altezza molto accentuato, coronato dalle capriate in legno a vista. Il complesso è stato abitato dai frati francescani fino al 1813, anno in cui venne chiuso per legge napoleonica; dopo ulteriori anni travagliati caratterizzati da chiusure forzate e riaperture, la ripresa definitiva delle attività monastiche e del culto è datata 1948. In occasione del censimento I Luoghi del Cuore del FAI di questa edizione il bene viene votato per il desiderio di renderlo più noto.

 

Exit mobile version