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La storia di Denise Pipitone raccontata nell’ultimo romanzo dell’autrice Adelaide Camillo

NAPOLI (Di Anna Calì) – Sono trascorsi oltre 20 anni dalla scomparsa di Denise Pipitone, la bambina di 4 anni sparita il 1° settembre 2004 a Mazara del Vallo, in Sicilia. Nonostante il passare del tempo, il suo caso rimane uno dei più intricati e discussi della cronaca nera italiana, alimentato da continue incertezze e misteri.

Denise stava giocando davanti casa quando è sparita nel nulla. La madre, Piera Maggio, ha lanciato immediatamente l’allarme, dando avvio a una ricerca estenuante che ha coinvolto le forze dell’ordine, i media e il pubblico. Tuttavia, fin da subito sono emerse discrepanze e sospetti che hanno reso l’indagine particolarmente complessa.

Le indagini iniziali si sono concentrate su un contesto familiare già difficile. Piera Maggio e il marito, Toni Pipitone, avevano vissuto una separazione a causa di una relazione extraconiugale di Piera con Pietro Pulizzi, il vero padre biologico di Denise. Questo ha subito gettato ombre sul possibile movente dietro la sparizione della bambina, con l’ipotesi che potesse trattarsi di un rapimento legato a questioni familiari. Tra i principali sospettati c’era Jessica Pulizzi, figlia di Pietro e sorellastra di Denise. Le accuse contro di lei si sono basate su intercettazioni telefoniche e testimonianze, ma dopo anni di processi, Jessica è stata assolta per insufficienza di prove.

Nel corso degli anni, varie segnalazioni hanno alimentato speranze e tensioni, tra avvistamenti e presunti ritrovamenti. Il più noto risale al 2005, quando una guardia giurata filmò a Milano una bambina che somigliava a Denise, in compagnia di una donna rom. Tuttavia, questa pista non ha mai portato a una svolta decisiva.

Nonostante siano passati degli anni le segnalazioni non sono mai cessate: bambine somiglianti a Denise sono state avvistate in Grecia, Spagna, Russia, e addirittura a Cipro, ma tutte le piste si sono rivelate infruttuose.

Il mistero attorno alla scomparsa di Denise ha alimentato una serie di ipotesi e teorie, alcune più plausibili, altre più fantasiose. La teoria del rapimento da parte di un gruppo di nomadi ha trovato terreno fertile negli anni, ma mai confermata. L’idea che qualcuno vicino alla famiglia possa aver orchestrato il rapimento è un altro punto su cui molti si interrogano ancora oggi.

Una delle domande che continuano a emergere riguarda la gestione iniziale delle indagini: c’è chi sostiene che siano stati commessi errori o omissioni importanti, che potrebbero aver compromesso la possibilità di ritrovare Denise. Le intercettazioni e le testimonianze raccolte negli anni, seppur numerose, non sono mai state sufficienti per costruire un quadro chiaro.

In tutto questo, una costante rimane: la battaglia incessante di Piera Maggio, che non ha mai smesso di cercare sua figlia. Ogni giorno, attraverso i social media e con la collaborazione di trasmissioni televisive come Chi l’ha visto?, Piera continua a tenere viva l’attenzione sul caso, chiedendo giustizia e verità.

Cos’è successo realmente quel giorno di settembre 2004? Chi è coinvolto nella scomparsa di Denise? E, soprattutto, dov’è Denise oggi?

Finché non verranno fornite risposte definitive, il caso rimarrà un enigma che continua a scuotere le coscienze e a suscitare domande a cui nessuno, per ora, è riuscito a dare risposte concrete.

Ed è proprio di Denise Pipitone che si parla nell’ultimo romanzo scritto dall’autrice napoletana, Adelaide Camillo. Il titolo: “Denise, la bambina che non tornò a casa” edito dalla PAV edizioni è l’ultimo lavoro editoriale della scrittrice che, tiene molto ai problemi della cronaca nera attuale e vuole, in qualche maniera farci conoscere non soltanto il suo punto di vista ma anche indagare e investigare su quanto accaduto in questi anni.

Signora Camillo, è da poco uscita la sua ultima pubblicazione con la PAV edizioni su un fatto di cronaca che scosse l’intera Italia e non soltanto: Denise Pipitone. Come mai la scelta di dedicarsi a questa bambina, a questa inchiesta e lei cosa pensa al tal proposito?

“Salve e grazie per questa intervista. Allora la storia di Denise Pipitone fa parte di un progetto editoriale che fa riferimento alla nascita di una nuova collana “Inside cronaca” che appunto si occupa dei fatti di cronaca italiani e non solo che hanno lasciato il segno nel cuore dell’opinione pubblica. Di questa collana sono direttore scientifico, insieme alla mia editrice Aurora Di Giuseppe. La storia della piccola Denise è una di quelle che a me ha lasciato molto dubbi e domande. Ed è per questo che li ho voluti condividere con i miei lettori”.

In che momento della sua vita è nata l’esigenza di raccontare e far conoscere i fatti di cronaca e, in particolar modo, come mai ha deciso di dedicarsi alle inchieste?

“Io sono sempre stata una persona curiosa e ho sempre cercato di capire oltre le apparenze. Oltre a quello che viene raccontato in tv e mediante i mezzi di comunicazione. La mia più grande esigenza è appunto il voler approfondire, condividere studi e ricerche i fatti che accadono cercando (spesso senza trovarla purtroppo) la chiave di volta capace di farmi comprendere il perché di certi eventi spesso così drammatici”.

Ci può raccontare come si svolge il suo lavoro e quanto tempo impiega per raccogliere tutti i dati e le fonti?

“Allora come prima cosa scelgo la storia da seguire, poi faccio una scaletta dei vari punti sui quali voglio focalizzare la mia attenzione e, infine mi dedico alle ricerche. Ovviamente uso spesso internet e tutte le notizie che trovo le verifico. Poi realizzo il mio lavoro cercando di essere molto obiettiva e moderata, senza voler per forza di cose cercare colpevoli o dare opinioni estreme. Mi limito a cercare e diffondere i fatti , sicuramente dal mio punto di vista che è sempre quello di un’osservatrice che pensa”.

“Denise, la bambina che non tornò a casa”, non è l’unica e non sarà l’ultima pubblicazione. Ci può parlare degli altri lavori editoriali, quali sono i temi e quali altri progetti ha in mente?

“Io ho pubblicato il mio primo libro nella 2018 ed era un giallo di fantasia, ambientato nel mio quartiere. In seguito, Aurora Di Giuseppe, dopo aver letto un mio racconto contro la violenza di genere, mi ha consigliato di scrivere di donne vittime di femminicidio e da li è iniziato il mio percorso raccontando e parlando di donne, o facendomi aiutare dai congiunti oppure ascoltando le tante storie di donne sopravvissute”.

La PAV edizione, nota casa editrice, è diventata per lei un punto fondamentale nella sua vita. Ci può raccontare come vi siete conosciuti e qual è il suo ruolo all’interno della stessa?

“Ho conosciuto la PAV edizioni, grazie ad un’amica, che ne faceva parte. Mi chiese di partecipare a un concorso gratuito indetto proprio dalla stessa. Ebbi poi, il piacere di conoscere direttamente i membri di questa casa editrice e da quel momento in poi, le nostre strade non si sono mai separate. Il mio ruolo ufficiale è promoter per una radio web, dove conduco diverse rubriche dedicate ai mie colleghi della PAV”.

Essendo lei, scrittrice che si occupa di cronaca nera ma in particolar modo di femminicidi, cosa ne pensa dei troppi casi che sentiamo ogni giorno alla televisione e, secondo lei, perché le donne non sono più libere di poter decidere il proprio destino, senza correre il rischio di essere uccise per mano di chi le amava?

“Il discorso è molto lungo e difficile da ridurre in poche frasi. Sicuramente è un problema sociale che non ha confini né status sociali”.

Qual è il caso di cronaca nera che le ha scosso di più e per quale motivo?

“Mi ha colpito la storia di Giulia Tramontano e del suo bambino che ancora portava in grembo. Non ho ancora accettato il fatto che proprio per il piccolo non ci sarà mai giustizia, per tutta una serie di considerazioni istituzionali che non comprenderò mai”.

Quanto tempo dedica alla scrittura? Tra i tanti impegni è presente anche quella della conduzione in radio affiancata da Tiziano, ci può spiegare come nasce questa collaborazione e in cosa consiste?

“Non ho mai quantificato il tempo dedicato alla scrittura, diciamo che appena posso prendo il cellulare e trascrivo tutto quello che mi è passato per la mente durante il giorno, poi sistemo e passo tutto al pc. Sì, con Tiziano Ziroli conduco una radio web che si dedica agli autori emergenti e stiamo tirando furi tante rubriche interessantissime”.

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