NAPOLI – Nel sentire comune Cesaria Beccaria è una delle icone della modernità: il filosofo che mobilitò i lumi della ragione e la forza dell’empatia contro la tortura e la pena di morte. Mercoledì 25 ottobre alle 10:30 nella Fondazione Banco di Napoli, la presentazione del libro Violenza e giustizia. Beccaria e la questione penale del filosofo francese Philippe Audegean.
All’incontro coordinato da Gianvito Brindisi Università della Campania Luigi Vanvitelli, partecipano con l’autore, Pietro Costa Accademico dei Lincei, Dario Ippolito Università Roma Tre, Stefania Manacorda Università della Campania Luigi Vanvitelli, saluti di Orazio Abbamonte Presidente della Fondazione.
Con il vigore del grande classico, Beccaria continua a sollecitare e rinnovare la riflessione sulla giustizia penale, offrendo risposte attuali ai problemi senza tempo dell’accertamento del delitto e della legittimità del punire. «Il testo di Beccaria ha rivoluzionato la giustizia penale – spiega Audegeon – perché ha osato sollevare una questione filosofica fondamentale, la più difficile e profonda: a cosa serva il diritto penale. La risposta può sembrare ovvia, ovvero a punire i delinquenti. Il bello dei classici però, è quello di rendere meno evidente ciò che sembra estremamente chiaro e che si dà per scontato. Insegnano infatti a non essere ingannati dalle apparenze, spiegano la complessità del reale. E l’insegnamento di Beccaria, è che il diritto penale non serve a punire, ma serve a punire il menopossibile».
Nel discorso di tanti specialisti circola invece un giudizio sminuente: Dei delitti e delle pene sarebbe solo un felice mosaico di idee prese a prestito; per giunta, dal loro amalgama verrebbe fuori un discorso incoerente. Fondato sugli studi più recenti, questo saggio abbandona sia l’iconografia civile sia gli stereotipi della vulgata accademica, mettendo in risalto l’originalità filosofica, l’intima coerenza e la valenza normativa del paradigma Beccaria. L’uomo è immerso nel mondo culturale che il successo dei «Delitti» ha contribuito a generare: perciò ha difficoltà a percepirne il significato radicale.
«In una società come la nostra – spiega Brindisi – in cui da molti anni si respira una vera e propria passione per la repressione, la discussione di un libro come Violenza e Giustizia di Philippe Audegean, che mostra in modo chiaro e originale come il paradigma Beccaria abbia ancora tanto da dirci, rappresenta un’occasione importante per riflettere sulla necessità di ridiscutere il senso del punire oggi».
Nella stessa giornata, dalle 15, la Fondazione ospita inoltre, l’incontro “Prima e dopo il colera del 1973. Le epidemie nella storia di Napoli”, coordinato da Francesco Dandolo Università Federico II, che terrà una lezione su “La grande para nella modernità. L’epidemia di colera a Napoli nel 1973”.