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L’ultima rotta di Plinio il Vecchio: il presunto cranio simbolo di curiosità scientifica e solidarietà civile

NAPOLI – Il presunto cranio di Plinio il Vecchio sarà esposto nella Sala del Lazzaretto all’ex Ospedale della Pace in via dei Tribunali 227. Qui sabato 14 ottobre, dalle 9.30 alle 13.30, si terrà un convegno su ‘L’ultima rotta di Plinio il Vecchio tra curiosità scientifica e solidarietà civile’. La manifestazione rientra nell’ambito delle celebrazioni del bimillenario della nascita di Plinio il Vecchio a cura dell’archeologo Alessandro Luciano che toccano Baia, Bacoli, la Biblioteca Universitaria di Napoli.

Nella terribile eruzione del 79 d. C., Plinio il Vecchio, in qualità di

prefetto, comandava la flotta militare a Miseno. E mentre da lì osservava l’eruzione, fu chiamato d’urgenza da Rectina, una matrona di Pompei e ordinò un intervento di soccorso servendosi di quadriremi che si sarebbero poi disposte a ventaglio da Ercolano a Stabia. Ma, dopo alcune ore, un’ondata di gas velenoso proveniente dal Vesuvio raggiunse la spiaggia di Stabia, uccidendo quanti ancora dovevano imbarcarsi. Tra questi anche Plinio impegnato a mettere in salvo gli abitanti.

“Un’occasione di una reliquia laica per riflettere su una storia senza fine che lega il territorio vesuviano e quello dei Campi Flegrei, sui fenomeni vulcanici del passato ai timori del presente” dice il prof. Gennaro Rispoli, direttore scientifico del Museo delle Arti Sanitarie di Napoli “Un cranio trovato oltre cento anni fa è l’occasione per aprire un dibattito su veridicità storica, ricerca paleontologica ed interrogativi sulla flotta romana e un tentativo di soccorso riferito nelle ore drammatiche come rendiconto epistolare di Plinio il Giovane. Se ne occupa Tacito che chiede informazioni al nipote, Plinio il Giovane, sulla fine del prefetto romano.

Tra curiosità scientifica e volontà salvifica del prefetto, si legge la più bella storia di mission di Protezione Civile al tempo del 79 d. C.”

Il reperto consiste nel neurocranio e in una mandibola della medesima epoca appartenenti a individui diversi. Il mistero del cranio, tra rendiconti giornalistici e pareri contrastanti, rappresenta una testimonianza dell’attenzione attuale alla cultura scientifica e soprattutto alla solidarietà che ha mosso l’anziano ammiraglio a soccorrere le popolazioni rivierasche durante l’eruzione. La storia di Plinio il Vecchio è un dono straordinario dell’eruzione del 79 d. C. e conserva ancora oggi il suo fascino perché la storia di Plinio ci rimanda agli interrogativi attuali sui fenomeni tellurici destabilizzanti o premonitori di vicende analoghe.

La stampa di inizio Novecento e i pareri di oggi appaiono contrastanti e divergenti sull’appartenenza dei resti. Dubbi che aprono uno spaccato di riflessioni sull’uomo che cerca di comprendere e controllare fenomeni naturali, limitandone i danni. Ieri come oggi.

Il giorno 14 ottobre chiude le celebrazioni con l’introduzione del prof. Gennaro Rispoli, le relazioni di Arturo De Vivo professore emerito di Lingua e Letteratura Latina all’Università degli Studi di Napoli ‘Federico II’, responsabile della Scuola Superiore Meridionale che parlerà dell’immenso patrimonio di letteratura scientifica giunto quasi intatto nella Naturalis Historia, pietra miliare della cultura scientifica romana.

All’evento interverranno Michele Di Gerio, saggista, con una relazione sulle azioni terapeutiche dei minerali riportate nella Naturalis Historia. Lucia Borrelli direttrice tecnica del Centro Musei delle Scienze Naturali e Fisiche di Napoli presenterà la collezione di crani riportati alla luce dopo l’eruzione del 79 d. C.

Cristina Martinez-Labarga, professoressa del dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, Idra Studios, Fondazione Vigamus mostra l’analisi antropologica e la ricostruzione facciale del presunto cranio di Plinio.

Carmen Caccioppoli, ricercatrice accademica, socio effettivo dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma, tratteggia l’intrigante storia del ritrovamento del cranio in una rassegna stampa di inizio Novecento. Flavio Russo consulente dell’ufficio storico dell’Esercito Italiano autore della pubblicazione ’79 d.C. rotta su Pompei’, illustra i metodi di comunicazione a distanza nell’epoca e riflette sul senso e le modalità delle richieste di aiuto inviate al prefetto romano.

Alessandro Luciano autore della pubblicazione ‘Gli ultimi giorni del comandante Plinio’. Saranno passati in rassegna gli ornamenti della marineria romana mentre danzatrici evocheranno suggestioni del tempo.

Il sostituto procuratore alla Procura della Repubblica di Napoli Vincenzo Piscitelli trarrà le conclusioni dopo un dibattito che vedrà partecipi l’Archeoclub di Napoli (Antonio Arcudi e Enrico Caiazzo) e gli Accademici del Museo di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma (Giuseppe Marceca, Gaspare Baggieri, Pier Paolo Visentin) che curano la conservazione e gli studi sul reperto. Conclude Gianni Iacovelli presidente dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma che ha concesso in prestito il reperto.

 

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