NAPOLI – “McDonald’s non è né artistico né tradizionale e non fa neppure parte del patrimonio culturale della città. La libreria della nipote di Benedetto Croce e marchi come Scaturchio nel cuore del centro storico, invece sì. Così si salva l’identità culturale ed economica di un territorio”. Lo dice in una nota la Claai, associazione dell’artigianato e della piccola e media impresa della Campania. “Quanto sta accadendo alla libreria Fiorentino in calata Trinità Maggiore è l’ennesima dimostrazione della mancanza di una politica culturale che tuteli le attività storiche in città. Dopo Pironti un’altra realtà libraria che ha quasi un secolo di vita – essendo nata nel 1936 – rischia di scomparire per sempre e noi non dobbiamo né possiamo permetterlo”, prosegue la nota. “Il ragionamento si deve necessariamente estendere a tutte le poche ma storiche attività artigianali ed artistiche che sono nella filiera (rilegatori,tipografi) e nella zona – si legge ancora – pertanto dovrebbe essere compito del Comune tutelarle con provvedimenti che reggano anzitutto al vaglio della giustizia amministrativa e in secondo luogo tengano conto sia della storicità che della natura artistica di queste attività. L’ennesima paninoteca o friggitoria nel centro antico annienterebbe la cultura di Napoli, di cui luoghi come Fiorentino sono simboli”.
Queste le parole dello scrittore Maurizio De Giovanni: “Stanno venendo meno tutti i luoghi di resistenza culturale di Napoli sempre di più un centro commerciale a cielo aperto. Viene da chiedersi se esiste una politica culturale. Da anni sostengo che i locali sfitti del Comune potrebbero essere concessi a imprenditori giovani, sotto i 35 anni, prevedendo incentivi per aprire librerie, magari tematiche, tipiche, con punti di incontro, spazi dove tra i libri si fa anche musica. Purtroppo manca la volontà politica di far aprire nuove librerie e non far chiudere quelle storiche”.