NAPOLI – Venerdì 31 gennaio a partire dalle ore 10, in piazza Nazionale (Napoli), nell’ambito delle celebrazioni per il Giorno della Memoria la IV Municipalità e una rappresentanza di studenti delle scuole medie del territorio scopriranno una targa commemorativa in ricordo delle vittime della Shoah ai piedi dell’albero di ulivo piantato due anni fa.
Alla manifestazione “Napoli non dimentica”, organizzata con il supporto della Comunità Ebraica di Napoli, parteciperà la Presidente della Comunità Ebraica di Napoli Lydia Schapirer oltre al Presidente della IV Municipalità Giampiero Perrella e l’Assessore municipale alla Cultura Regina Claudia Chiodi.
La nuova targa sostituirà quella precedente collocata due anni fa e di recente vandalizzata. “Un gesto indegno – spiega Perrella – che dimostra quanto lavoro ci sia ancora da fare in termini di educazione e sensibilizzazione sulla Shoah e sui valori più in generale della tolleranza e della solidarietà. Ovviamente non saranno questi comportamenti a frenarci, per questo ricollocheremo una nuova targa ai piedi di quell’albero di ulivo piantato due anni fa e che cresce forte e rigoglioso proprio come la memoria che vogliamo tramandare”.
Nel corso dell’iniziativa, gli alunni delle scuole medie ricorderanno la Shoah attraverso musica e canzoni, oltre a poesie e brani tratti dal Diario di Anna Frank. Verranno inoltre affisse dagli studenti al Muro della Memoria le schede anagrafiche delle vittime napoletane della Shoah. Queste targhe daranno vita ad una mostra temporanea che potrà essere ospitata stabilmente presso le scuole della municipalità.
“Storia e memoria – dichiara Perrella – sono risorse fondamentali per la nostra città e per le nuove generazioni. Non dimenticare significa anzitutto tramandare la memoria e ricordare ci aiuta ad andare verso un futuro migliore e diverso”.
“In tal senso da circa quattro anni come Municipalità – aggiunge il Presidente Perrella – celebriamo questa ricorrenza e, anche quest’anno, lo faremo partendo dai ragazzi delle scuole perché rappresentano appunto il futuro e, come noi oggi, anche loro domani dovranno assumersi la responsabilità di raccontare quei tragici eventi per impedire che possano ripetersi”.