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Nuovi aggiornamenti dagli scavi di ricerca in corso a Pompei

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POMPEI – Il Parco Archeologico di Pompei ha pubblicato sei nuovi articoli scientifici sulla rivista digitale E-Journal degli Scavi di Pompei. I contributi in uscita contengono gli ultimi aggiornamenti relativi a una parte dei progetti di ricerca e di indagine archeologica realizzati nel corso del 2023-24 a Pompei e nelle aree di competenza del Parco, condotti in stretta cooperazione con importanti istituti di ricerca nazionali e internazionali.
L’obiettivo di tali pubblicazioni è quello di favorire una circolarità di notizie in tempo reale su progetti di scavo, di ricerca e di restauro nelle sedi del Parco, nell’ottica dei valori dell’open access, della trasparenza e della condivisione corretta e tempestiva di risultati scientifici ottenuti grazie a finanziamenti pubblici, nonché accelerare e ampliare la diffusione dell’enorme patrimonio di dati e conoscenze sui siti del Parco.
I sei nuovi contributi sono relativi a più temi e aree del sito.

Il contributo “Architetture e paesaggi urbani a Pompei. Il Sistema informativo dell’Università Sapienza di Roma per l’analisi, la conoscenza e la gestione del patrimonio archeologico: l’Atlante della Regio VII” (M.T. D’Alessio, R. Bianco, S. Bossi, V. Bruni, E. Pavanello) offre una panoramica generale sugli obiettivi e i primi risultati del progetto di ricerca che la Sapienza Università di Roma sta realizzando dal 2021 per ‘riordinare’ l’enorme quantità di dati relativi alla Regio VII. Attraverso il recupero e l’analisi di piante, disegni e documenti di varia natura relativi a questo ampio settore urbano, il progetto mira, in particolare, all’identificazione e alla ricomposizione di tutti i contesti e i sistemi di contesti che componevano il paesaggio antico nelle diverse fasi di vita della città. Per fare ciò, le attività in corso mirano a coniugare la tradizionale lettura stratigrafica e sistematica di tutti gli elementi strutturali, i reperti e le tracce visibili o documentate, all’interno di un complesso sistema informativo.

L’articolo “Pompei. Scavi nel Tempio detto di Asclepio”, a firma di Carmela Capaldi, tratta le ricerche condotte dall’Università degli Studi di Napoli Federico II nell’insula VIII, 7 di Pompei, ossia nell’area in cui sorge il tempio italico che oggi è possibile attribuire con più verosimiglianza al dio Asclepio. Dopo lo scavo degli ambienti del tempio, nel corso del 2023 le indagini si sono concentrate in due delle cosiddette tabernae lungo Via di Iside, permettendo di raccogliere dati utili non solo per definire la datazione dell’impianto dell’edificio templare, ma anche per comprendere le dinamiche di occupazione del comparto edilizio adiacente a esso.

In un altro approfondimento è raccontato il progetto “Indagare l’archeologia della morte a Pompei. Necropoli di Porta Sarno”, condotto dall’Universidad Europea de Valencia in collaborazione con ricercatori provenienti da diversi altri istituti di ricerca europei. Il contributo (a firma di Llorenç Alapont Martin, Joaquin Alfonso Llorens, Chiara Cicone, Tomas Hurtado Mullor, Pilar Mas Hurtuna, Ana Miguelez González, Antoni Puig Palem, Juan José Ruiz López, Victor Revilla Calvo) offre, in particolare, una disamina delle novità sullo sviluppo della necropoli di Porta Sarno ottenute grazie ai dati raccolti nell’area adiacente al recinto funerario di Marcus Venerius Secundius, un settore di scavo che si è iniziato a indagare nel 2021.

L’E-Journal “La Casa della Caccia Antica (VII 4,48): nuove ricerche interdisciplinari e studi sulla colonizzazione lichenica” si sofferma sulle ricerche interdisciplinari in corso presso la domus in cui negli ultimi anni l’Università degli Studi di Torino e il Centro Conservazione e Restauro ‘La Venaria Reale’ hanno avviato un articolato progetto di ricerca e di formazione dedicato alla definizione di un ampio piano della conoscenza, finalizzato anche alla realizzazione di un progetto di restauro. Oltre a ricostruire le vicende edilizie e sviluppare l’analisi degli affreschi della casa, obiettivo del progetto è, infatti, anche quello di fornire le basi per un intervento atto a ristabilire più idonee condizioni di conservazione per gli apparati decorativi, interessato da fenomeni di degrado favoriti dall’esposizione a fattori di rischio naturali e antropici ora in corso di esame. L’articolo è a firma di Diego Elia, Simone Guion, Valeria Meirano, Marco Serino, Sergio Enrico Favero-Longo, Marta Cicardi, Chiara Tonon, Mariagrazia Morando, Enrica Matteucci, Monica Gulmini, Dmytro Nykonenko, Daniele Castelli, Laura Guidorzi, Alessandro Re, Alessandro Lo Giudice, Francesco Brigadeci, Michela Cardinali, Marie Claire Canepa, Arianna Scarcella.

“Storie di confini. L’insula I 17 e il suo contesto” (a firma di Antonella Coralini) propone un aggiornamento sugli esiti del progetto di scavo e ricerca che dal 2019 l’Università di Bologna segue sull’insula I 17 di Pompei, in continuità con il lavoro svolto dall’Alma Mater sull’insula IX 8 fra il 1998 e il 2017. La finalità del progetto è quella di indagare le microstorie della dialettica fra spazi pubblici e proprietà private in una città antica, esaminando gli aspetti tecnici e costruttivi della sua rete di strade, in una prospettiva diacronica. L’insula I 17 è stata scelta, nello specifico, in ragione della sua posizione nel tessuto urbano di Pompei, della sua interessante anomalia nella forma e del suo offrire uno dei due soli casi noti a Pompei di peristilio ad arcate, presente nella Casa degli Archi (I 17, 4).
L’E-Journal “Il Capitolium e il settore nord del Foro. Nuovi dati a partire dalle indagini stratigrafiche” (di Luigi Maria Caliò, Gian Michele Gerogiannis, Antonello Fino, Vittorio Mirto, Lavinia Maria Silvia Fallea) propone un aggiornamento circa i risultati delle ricerche che l’Università di Catania, in collaborazione con l’Università degli Studi del Molise e il Politecnico di Bari, sta conducendo dal 2020 presso la piazza del Foro di Pompei, nell’area più prossima al Tempio di Giove. Lo studio della stratigrafia di scavo e delle sequenze dei reperti ceramici rinvenuti stanno progressivamente permettendo di definire maggiormente le sequenze cronologiche delle fasi di vita del Foro, portando a riconsiderare in parte le ricostruzioni della piazza principale della città proposte in precedenza.

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