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“Otello” di Giuseppe Verdi inaugura la stagione del San Carlo

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NAPOLI – Otello di Giuseppe Verdi aprirà la Stagione 2021/2022 del Teatro di San Carlo domenica 21 novembre alle 19.

Michele Mariotti dirigerà l’Orchestra e il Coro del Massimo napoletano, preparato da José Luis Basso, mentre sarà Mario Martone a firmare la regia di questo nuovo allestimento del Teatro di San Carlo in coproduzione con il Teatro Massimo di Palermo.

Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Ortensia De Francesco mentre le luci sono di Pasquale Mari.

Ad interpretare il protagonista Otello, tra i ruoli più complessi dell’intero repertorio tenorile, saranno Jonas Kaufmann (nelle recite del 21, 24, 28 novembre, 1 e 4 dicembre), e Yusif Eyvazov (nelle recite del 7, 10 e 14 dicembre), Maria Agresta sarà Desdemona, Igor Golovatenko interpreterà Jago.

Completano il cast: Alessandro Liberatore (Cassio), Matteo Mezzaro (Rodrigo), Emanuele Cordaro (Ludovico) Biagio Pizzuti (Montano), Manuela Custer (Emilia), Francesco Esposito (Un araldo).
Sette in tutto le recite dello spettacolo che sarà in scena fino al 14 dicembre.
Alla prima di Gala del 21 novembre, già interamente sold out, sarà presente il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Dal programma di sala dell’Opera

Quindici anni dopo Aida (1871), Verdi riuscì a completare negli ultimi giorni del 1886 quella che sarebbe stata la sua penultima opera, Otello, poi presentata in prima alla Scala nel febbraio 1887. Il ritorno all’amato Shakespeare, dopo l’ancora giovanile prova del Macbeth (1847, rimaneggiato poi in francese per Parigi nel 1865) e dopo il progetto mai realizzato del Re Lear, costituiva la perfetta chiusura di un itinerario di maturazione drammaturgica che aveva portato il compositore italiano al vertice della fama operistica mondiale. Non a caso la sua vita artistica si chiuderà ancora con un’opera tratta da Shakespeare, il Falstaff. Il soggetto di questo capolavoro assoluto si prestava particolarmente bene a disegnare quella terribile commedia umana che il librettista Boito, finalmente rappacificato con l’anziano compositore grazie all’intervento di Giulio Ricordi,
aveva saputo cesellare mirabilmente, offrendo a Verdi un testo perfetto da rivestire di una musica per molti tratti stupefacente (si pensi al duetto d’amore alla fine del primo atto e ai tanti soli dei vari protagonisti). Il dramma della gelosia, innescato dalla diabolica personalità di Jago, porta all’epilogo tragico che condanna l’innocente Desdemona e lo stesso Otello, con un meccanismo drammaturgico inesorabile. I tanti grandi tenori che hanno impersonato il protagonista del titolo anche sulle scene del San Carlo (dove l’opera giunse come terza tappa nello stesso anno 1887della prima), da Tamagno a Del Monaco, hanno creato un modello interpretativo che recentemente è stato ridimensionato dalla innovativa analisi anti-eroica del personaggio da parte di Jonas Kaufmann, un’interpretazione già entrata nella leggenda dell’opera del nostro tempo.

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