All’interno della programmazione della III edizione di “Affabulazione 2024 – espressioni della 𝗡𝗮𝗽𝗼𝗹𝗶 𝗽𝗼𝗹𝗶𝗰𝗲𝗻𝘁𝗿𝗶𝗰𝗮” promossa dal Comune di Napoli e finanziata dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo del Ministero della Cultura, Dissonanzen presenta sabato 16 novembre, alle ore 20, presso il Teatro dei Piccoli nella X Municipalità la sonorizzazione del film Assunta Spina (1915) di Gustavo Serena, con Francesca Bertini, tratto dal dramma omonimo di Salvatore Di Giacomo. La pellicola fu filmata nelle strade di Napoli con notevole sforzo produttivo.
Ambientato nei rioni popolari, si tratta di un film a sfondo drammatico, accentuato da tinte tragiche che fecero gran presa su un pubblico d’inizio secolo abituato per lo più all’emotività marcata delle rappresentazioni teatrali. Il valore dell’opera è riconducibile non soltanto al nodo narrativo, ma soprattutto all’adattamento dei set e al retroscena in movimento di carattere realista. Nel cast svetta l’interpretazione di Francesca Bertini, qui probabilmente all’apice della maturità artistica: dai resoconti dell’epoca risulta che la grande attrice collaborò alla sceneggiatura, oltre a dare il suo aiuto anche durante le riprese del film.
L’Ensemble Dissonanzen si prende carico dell’interazione sonora con il film muto, facendo, peraltro, largo uso di campioni preregistrati di “suono napoletano” – prevalentemente frammenti di vecchie canzoni elaborati elettronicamente da Claudio Lugo e Francesco D’Errico – che qui entrano a pieno titolo nel gioco d’improvvisazione. Emozionante e suggestivo è guardare le immagini di una Napoli che oggi non esiste più, e ancor più commovente è guardare quel passato, accompagnati da una musica che ne sottolinei con pregnanza narrativa la veracità, la spontaneità e i sentimenti vivi e sinceri. Il progetto si avvale della collaborazione della Cineteca di Bologna che ha restaurato recentemente l’opera.
Assunta Spina, recentemente restaurato è a giudizio unanime degli storici del cinema una delle opere più significative del cinema muto, e non solo italiano.
«C’è nel film – così Francesco Savio – un gusto affettuoso dell’ambiente e dei sentimenti, una capacità rabdomantica di restituire il ‘colore’ per cenni indiretti, sommessi, il sole grigio dei vicoli, il riflesso dei volti e dei gesti sul chiaroscuro dei poveri interni».
Il progetto dell’Ensemble Dissonanzen, sulla scia di una ormai più che ventennale esperienza nel settore, mira a creare una stretta correlazione tra l’immagine filmica e il gesto sonoro, prodotto attraverso suoni elettronici e acustici, utilizzando cellule motiviche tratte da celebri canzoni napoletane della fine dell’800 e inizio del ‘900. Il processo di elaborazione sonora si avvale di elementi scritti e di tessuti improvvisativi affidati al collettivo musicale.