Sabato 25 gennaio alle ore 18.30, l’autore e coreografo Piero Bellotto presenterà il suo memoir Cipria, pubblicato da inKnot Edizioni, presso la sede di Antinoo Arcigay Napoli (Vico San Geronimo 17). Durante l’evento, Bellotto dialogherà con Claudio Finelli, Delegato Cultura di Antinoo Arcigay Napoli. Inoltre ci saranno gli interventi di Mario Gelardi, drammaturgo e regista teatrale, e Tonia Zito, editrice, e le letture a cura di Luca Buongiorno.
Il libro, finalista al Premio Letterario Città di Castello 2023 e al Concorso Letterario Tre Colori 2024, ha ricevuto una menzione speciale al Premio Letterario Victoria 3.0 2023. La serata offrirà un’opportunità unica per immergersi nell’universo emotivo e artistico di Bellotto, esplorando il racconto di una vita vissuta tra arte e lotte interiori. Cipria è disponibile in libreria da novembre, pubblicato da inKnot Edizioni. Per ulteriori informazioni: www.inknot.it | info@inknot.it | 0816581918.
Cipria è un memoir intenso che narra la storia di Piero, un ex-danzatore alle prese con la perdita della madre Lula e il peso di un passato complesso. Attraverso una narrazione sensoriale e a tratti spietata, il libro esplora i nodi irrisolti del rapporto madre-figlio, un legame simbiotico intrecciato con l’alter ego oscuro Mamau, la precarietà lavorativa, le sfide dell’identità e il bisogno universale di appartenenza.
Il racconto segue il protagonista dall’infanzia segnata da pettegolezzi e bullismo legati alla sua omosessualità, al trasferimento a Milano, dove tenta di ricostruire una vita tra relazioni tumultuose, dipendenze e sogni infranti. È un viaggio di auto-esplorazione che cerca di trasformare debolezze e fragilità in elementi di forza e autenticità.
Cipria è al tempo stesso un romanzo di formazione e un invito a scoprire la bellezza che risiede nella fragilità umana.
«Scrivere per me è come danzare» racconta l’autore Piero Bellotto. «Ogni storia, ogni movimento nasce da un’emozione che supera la razionalità. Cipria è un contenitore di mondi e un teletrasporto verso un’esistenza che accoglie il caos e la bellezza delle fragilità. È il tentativo di mettere in scena quella logica istintiva che ha sempre guidato la mia vita, trasformando il dolore e i sogni spezzati in una nuova forma di libertà».