NAPOLI – Grande successo per la campagna di crowdfunding lanciata nella primavera 2021 dall’’associazione Amici di Capodimonte Ets per acquistare un importante plateau in porcellana della Real Fabbrica Ferdinandea per le collezioni del Museo e Real Bosco di Capodimonte. In poco più di sei mesi sono stati raccolti ben 30mila euro per far entrare nelle collezioni del museo un’opera, studiata da Angela Caròla Perrotti, grande conoscitrice della manifattura sulla quale è riprodotto il celebre dipinto Ercole al bivio di Annibale Carracci (1595-96), tra i capolavori della Collezione Farnese, giunto a Napoli nel 1734. L’alta qualità tecnica e decorativa, il perfetto stato di conservazione e l’eccezionalità del soggetto raffigurato spiegano l’importanza dell’acquisto del plateau: nella ricca raccolta di porcellane del museo, infatti, non sono presenti altri oggetti su cui è ripreso un dipinto della collezione, raffigurato con tale maestria, testimonianza del perfetto dialogo tra pittura e arte decorativa.
“Non posso che esprimere tutto il mio compiacimento per essere riusciti, con la raccolta fondi che come Amici di Capodimonte abbiamo promosso, ad acquistare questo magnifico plateau ferdinandeo che riveste per il museo una speciale importanza in quanto riproduce” l’Ercole al bivio”, capolavoro di Annibale Carracci, presente nella collezione Farnese del museo. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno consentito, con il loro contributo, a rendere possibile questa acquisizione ed in particolar modo Vincent Buonanno degli American Friends, Gennaro Matacena e la Seda di Gianfranco D’Amato” afferma Errico di Lorenzo, presidente dell’associazione Amici di Capodimonte Ets che ha contribuito in prima persona alla raccolta fondi. E così, nella primavera scorsa, in pieno lockdown quando era impossibile visitare i musei, gli Amici di Capodimonte hanno voluto lanciare la campagna di crowdfunding a cui gli associati hanno risposto con notevole generosità”.
All’appello lanciato dal presidente di Lorenzo hanno risposto anche Vincent Buonanno e gli American Friends of Capodimonte, l’azienda Seda International Packaging Group, Gennaro Matacena e Marina Modafferi di Magliano, Augusto Forges Davanzati, Isabella Bossi Fedrigotti, Raffaella Scaperrotta Letizia, Lucia Gualtieri, Maria Rosaria Abignente, Ugo Leone, Marina Albamonte, Maria Carolina Costantino, Giovanna Montefusco, Lavinia De Rosa, Gabriella Sansone, Fernando Palladino.
Martedì 30 novembre 2021 alle ore 11.00, il plateau sarà presentato alla stampa e al pubblico in un allestimento che lo pone in dialogo non solo con lo storico dipinto di Annibale Carracci, un olio su tela del 1596 ma anche con altre opere. Tra questa una stampa in acquaforte e bulino (mm. 694 x 261) incisa da Pietro Aquila e stampata da Gian Giacomo de Rossi, riproducenti l’Ercole al Bivio e inserita in un interessante album di collezione Firmian sulle pitture di Palazzo Farnese realizzate da Annibale Carracci, custodito al Gabinetto disegni e stampe del museo, dedicato al Cardinale Odoardo Farnese e accompagnato da versi di Giovanni Pietro Bellori. In mostra anche altri tre Piatti con figure del Servizio da tavola decorato con le ‘Antichità’ di fine sec. XVIII in prestito dal Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina, donazione de Sangro, realizzato nella Real Fabbrica della porcellana di Napoli (1771-1806). I piatti sono parte di un grande servizio con decori ‘all’antica’, il filone decorativo di maggiore successo della manifattura di porcellana ferdinandea. Le miniature nei cavetti dei tre piatti sono una rielaborazione fedele delle tre figure dell’Ercole al bivio: sono estratte dall’insieme, isolate e scontornate. Il risultato esalta il carattere classicista che permea la pittura di Annibale Carracci e sostiene il confronto con le altre miniature tratte dall’’antico’ che ornano tutto il vasellame del servizio.
“La politica culturale del Museo e Real Bosco di Capodimonte ha praticato negli anni recenti un’apertura alle arti applicate, al collezionismo e alla cultura napoletana. E’ una grande gioia per noi ricevere un dono così importante che associa in modo unico la nostra grande pinacoteca alle arti applicate in questo piatto decorato con la farnesiana pittura di Annibale Carracci. Voglio ringraziare tutti i mecenati che hanno reso possibile questo dono e tutti i sostenitori che si sono associati agli Amici di Capodimonte, associazione storica sempre molto vicina a tutte le iniziative culturali del museo. Un ringraziamento particolare va al suo presidente Errico di Lorenzo” sottolinea il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte Sylvain Bellenger che ha anche ringraziato la direttrice Marta Ragozzino per il prestito degli altri 3 piatti dal Museo Duca di Martino. Bellenger ha poi ricordato come su 48 nuove acquisizioni (tra acquisti e donazioni) di opere fatte durante la sua Direzione ben 22 siano porcellane. Un risultato più che soddisfacente se si pensa che l’ultimo acquisto di una porcellana risaliva al 1972: l’Immacolata Concezione della Manifattura di Capodimonte datata 1744-1745.
L’Ercole al bivio
L’acquisizione nella collezione di Capodimonte del plateau con la miniatura dell’Ercole al bivio della Real Fabbrica di porcellana di Napoli presenta un aspetto inedito nella produzione della manifattura: la promozione dell’immagine del Regno veicolata con uno dei capolavori della collezione Farnese, l’Ercole al Bivio di Annibale Carracci.
Tra le prime opere realizzate da Annibale a Roma per il cardinale Odoardo Farnese, il dipinto era il centro della volta del Camerino di Ercole nel Palazzo Farnese a Campo de’ Fiori. Completano la decorazione del Camerino gli affreschi con Ercole in riposo ed Ercole che regge il globo che alludono alla vita contemplativa e alla vita attiva.
Considerato dai Farnese il mitico protettore degli antenati della casa, probabilmente a seguito della scoperta dell’Ercole Farnese, scultura ellenistica databile al III secolo d.C. rinvenuta alle terme di Caracalla a Roma intorno al 1546, entrata a far parte della Collezione Farnese e, a seguito dell’eredità di Carlo di Borbone, giunta a Napoli ed esposta al Museo Archeologico Nazionale-MANN.
Il tema della probità di Ercole e la sua rettitudine morale è stato suggerito da Fulvio Orsini, umanista e bibliotecario di palazzo, per qualificare le virtù del cardinale Odoardo, poco più che ventenne. Ercole viene dunque adottato come simbolo della famiglia e frequentemente rappresentato nelle opere della collezione, perché incarna la concentrazione e la determinazione dell’individuo nell’ascesa da una condizione mortale a una condizione divina e viene associato al giovanissimo Odoardo nella prova delle scelte morali.
L’iconografia scelta dall’Orsini è tratta da una favola del filosofo greco Prodico di Ceo (V e il IV secolo a.C.); nel racconto Ercole adolescente medita se dedicare la sua vita alla virtù o al piacere.