NAPOLI – Tanti consensi di pubblico e di critica nel Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore per la personale di pittura digitale di Mila Maraniello, “MyAr”- “Napoli, Mystica et Arcana”. Un successo sancito anche dai tanti visitatori che hanno affollato la mostra che ha portato gli organizzatori a prorogare l’esposizione allestita nello storico Corridoio di San Tommaso fino al prossimo 16 luglio.
Con il Patrocinio della Città di Napoli fin dal vernissage inaugurale la personale della Maraniello ha subito raccolto le positive impressioni dei tanti intervenuti, tra cui quelle del giornalista e organizzatore Giuseppe Giorgio, dell’autore delle note critiche Gianpasquale Greco, della storica dell’arte Marina Albamonte d’Affermo, dell’editore Giovanna Scuderi e della scrittrice e performer serba Slobodanka Ciric.
«Un successo – ha dichiarato l’artista Maraniello- che mi riempie di soddisfazione, così come la proroga dell’esposizione delle mie diciassette opere legate profondamente ad una Napoli esoterica e misteriosa e ispirate a quelle figure arcane come i munacielli, i negromanti, i fantasmi e i protagonisti delle storie maledette di sangue e tradimento, come Maria d’Avalos. Per me è un orgoglio poter condividere la mia arte con i tanti visitatori che in questi giorni stanno giungendo senza sosta, tra cui il professore Adolfo Fattori dell’Accademia di Belle Arti di Napoli e il direttore della Scuola Italiana di Comix, Mario Punzo. Infine sento il dovere di ringraziare per il prezioso supporto offerto, il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il responsabile dell’Area Cultura del Comune di Napoli, Massimo Pacifico e il responsabile spazi per la Cultura Centro Storico del Comune di Napoli, Carmine Maturo». I
n mostra, dopo la proroga, fino a domenica 16 luglio, le opere della Maraniello lasciano intravedere dei sentimenti drammatici di vita pronti a elevarsi verso passionali artifici pittorici. Partendo dalla filosofia di presenze mistiche e non tangibili e dai personali guizzi sulla tavoletta grafica, l’abile digital artist evidenzia una voglia innata di modernità, unita al bisogno di difendere le tracce di tempi lontani sinonimo di remote identità culturali. Nelle diciassette opere ammantate di fascino e pullulanti di “spiriti” napoletani, in un gioco a tratti inquietante con i morti che rincorrono i vivi, Mila, propone un racconto pittorico unico e fantastico.