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Ravello, soldi out per l’Oro del Reno

“Eseguire qui Wagner ha un sapore diverso. È emozionante pensare che il compositore sia passato di qui e abbia trovato il Giardino di Klingsor”. Parola di Kent Nagano, direttore e principale protagonista assieme a Jan Vogler, direttore del Festival Musicale di Dresda, del grande progetto internazionale di rilettura della Tetralogia wagneriana del quale Das Rheingold è il primo atto. L’esclusiva per l’Italia non poteva non tenersi in uno dei luoghi wagneriani per eccellenza: Villa Rufolo.

Attorno all’evento centrale di questa 71esima edizione del Ravello Festival c’era tanta curiosità. Curiosità tradotta in sold out per l’appuntamento che ha riportato a Ravello l’esecuzione integrale di un’opera del nume tutelare Richard Wagner in una versione frutto di un lunghissimo studio filologico “Dopo 7 anni di ricerche si può ascoltare la musica di Wagner come la voleva Wagner e come lui l’aveva concepita” aveva spiegato alla vigilia Nagano. I 102 professori d’orchestra della Dresdner Festspielorchester unita al Concerto Köln e i 14 interpreti: Simon Bailey, Dominik Köninger, Mauro Peter, Tansel Akzeybek, Annika Schlicht, Nadja Mchantaf, Gerhild Romberger, Daniel Schmutzhard, Jürgen Sacher, Christian Immler, Tilmann Rönnebeck, Ania Vegry, Ida Aldrian e Eva Vogel hanno trasportato infatti, il pubblico della Città della Musica nell’universo wagneriano che grazie alla sapiente guida di uno straordinario Kent Nagano ha pulsato in tutta la sua forza originaria, epurata da tutte le sovrastrutture figlie del trascorrere del tempo. Di assolutamente originale, come sottolineato dallo stesso Nagano nell’incontro con il pubblico della vigilia, è risultato l’enorme lavoro che è stato condotto sulla prassi esecutiva, sulla pratica costruttiva degli strumenti e sulla dizione ed intonazione della lingua tedesca dei tempi di Wagner. Grazie all’uso degli strumenti dell’epoca il bilanciamento tra la massa orchestrale e gli interpreti vocali è risultato eccellente tanto da rendere sempre il cantato in maniera intelligibile. Standing ovation finale e cinque minuti di applausi hanno suggellato questo evento che rimarrà nella storia del Festival e di Ravello. (ph Kidea – r.caramiello)

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