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Renato Carpentieri porta in scena “Il complice” di Friedrich Dürrenmatt, al Teatro Nuovo di Napoli

NAPOLI – Renato Carpentieri è regista e interprete de Il Complice di Friedrich Dürrenmatt, una commedia distopica, oltre che metafora ironica di questa nostra “epoca del grottesco e della caricatura”, che sarà in scena giovedì 12 maggio 2022 alle ore 20.30 (in replica venerdì 13) sul palcoscenico del Teatro Nuovo di Napoli.

Presentato da Teatro di Napoli – Teatro Nazionale e Associazione Culturale “Il punto in movimento”, l’allestimento vedrà in scena, accanto a Renato Carpentieri (nel ruolo di Boss), Salvatore D’Onofrio (Doc), Giovanni Moschella (Cop), Valeria Luchetti (Ann), Francesco Ruotolo (Vecchio e Jim), Antonio Elia (Bill), Pasquale Aprile (Sam).

Le scene sono a cura di Arcangela Di Lorenzo, i costumi di Annamaria Morelli, le luci di Cesare Accetta, il suono di Andreas Russo.

La storia racconta di Doc, uno scienziato famoso che la crisi economica ha buttato sul lastrico e che vive nel sottosuolo di una metropoli. Costretto a lavorare per Boss, potente anziano capomafia, ha inventato una macchina per dissolvere cadaveri: il necrodializzatore. Gli affari vanno a gonfie vele ma Doc e la sua invenzione diventano oggetto di contesa e strumento di lotta tra interessi diversi.

Nella gestione della macchina infernale, fra Boss e Doc s’inserisce il capo della polizia, Cop. Quando si scontrerà con la gigantesca rete di connivenze che domina la macchina statale, anche Cop, a suo modo cercatore di giustizia, rimarrà schiacciato e il controllo dell’apparato, con Doc come insostituibile tecnico addetto, passerà alle alte sfere dell’ordine costituito.

Anche gli altri personaggi sono affascinanti da scoprire, come il giovane anarchico Bill, un ribelle così radicale, così certo di aver ragione da ipotizzare una violenza apocalittica. E poi Ann, piena di slanci sinceri ma complice passiva, e Jack potente finanziere. Jim e Sam, esecutori indifferenti, traditori alla bisogna, con famiglia. Mostri teatrali che fanno tutti parte (escluso Jim e Sam) della classe medio-alta, appena sotto i vertici della società.

“Il complice – dichiara Renato Carpentieri – è un’allegoria grottesca, com’era allegoria quella dei Viaggi di Gulliver di Swift: lo stesso Dürrenmatt si definisce il commediografo più truce che ci sia. La scelta di una forma allegorica mi ha spinto verso questo lavoro, anche come reazione alla moda teatrale di falso realismo o di sogni estetizzanti sfruttando gli autori classici”.

Il complice per eccellenza è naturalmente Doc, lo scienziato di una scienza vilipesa e distorta, “l’intellettuale”, ma è evidente che anche tutti gli altri protagonisti sono complici: fanno quello che possono per continuare a vivere, ribelli o acquiescenti, nel disordine provocato da altri.

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