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Selezionata la terna del Premio Salerno Libro d’Europa

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I comitati direttivi di Salerno Letteratura, Duna di Sale e #fuorifestival hanno reso nota la terna del Premio Salerno Libro d’Europa. La scelta è ricaduta su “Io sono l’abisso” di Lucie Faulerová (Miraggi edizioni), “Il cannibale” di Tom Hofland (CarbonioEditore) e “Cose vive” di Munir Hachemi (La nuova frontiera). La proclamazione del supervincitore si terrà il 19 giugno, nel corso della tredicesima edizione di Salerno Letteratura che si svolgerà dal 14 al 21.

Io sono l’abisso”, per la traduzione di Laura Angeloni, è stato tradotto in spagnolo, macedone, bulgaro, serbo, ungherese, polacco, croato, lettone, egiziano e sloveno. 

Passato e presente, realtà e fantasia, compongono un mosaico di continui chiaroscuri, e lo stile è un’architettura perfetta: tenero, poetico, ironico, di straordinaria purezza. Colpita da una serie di tragedie familiari e abbandoni, la protagonista del romanzo, Marie, si trova a fare i conti col suo passato, nel difficile tentativo di approdare a un futuro. I suoi ricordi, come tasselli di una realtà frantumata che man mano va a ricomporsi, ci presentano il quadro di una famiglia spezzata dall’impeto violento di una malattia.

L’amore è il collante su cui i tre membri rimasti si sforzano di ricostruire le fondamenta della loro vita, ma la battaglia più difficile, per la protagonista, è quella con sé stessa, con l’attanagliante senso di colpa che le impedisce di affrontare i propri demoni interiori e di chiedere aiuto. Inizia in treno, questa storia, e in treno finisce, ma nel percorso è condensata una gamma di emozioni infinita. Un vero viaggio nella vita, ma anche nella morte e nel dolore, un dolore che trasuda anche nelle scene che strappano un sorriso e si insinua in ogni piega, perché Marie, la protagonista, non si risparmia e non ci risparmia. Non fugge dalla violenta raffica dei ricordi, forse non ne ha la forza o forse intuisce che il buio del tunnel va attraversato, che indietro non si torna. Ed è proprio nel buio che spiccano maggiormente gli sprazzi di luce, e in queste pagine di sprazzi di luce, pur nella tragedia, ce ne sono tantissimi. I legami di famiglia, l’amore di un cane, un aquilone al vento, un fruscio di foglie, un cielo pieno di stelle, la lieve carezza di un sorriso. Passato e presente, realtà e fantasia, compongono un mosaico di continui chiaroscuri, il viaggio in treno scandisce il ritmo, tra accelerazioni e rallentamenti, e lo stile è un’architettura perfetta: tenero, poetico, ironico, di straordinaria purezza.

Lucie Faulerová è nata nel 1989 ed è una della più brillanti giovani autrici ceche. Dopo gli studi di boemistica ha cominciato a lavorare come redattrice editoriale. Il suo romanzo di debutto, Lapači prachu (Gli acchiappapolvere, 2017) è stato nominato ai premi Magnesia Litera e Jiří Orten. Smrtholka, del 2020, il cui titolo letteralmente significa Ragazzamorte, e indica la dea della morte Morana, è stato nominato per il premio Magnesia Litera nel 2021 e nello stesso anno ha vinto il prestigioso Premio dell’Unione Europea.
Io sono l’abisso” è la sua prima opera tradotta in italiano.

Il cannibale” (traduzione Laura Pignatti) ha per protagonista Lute, responsabile del reparto Vendite e Qualità dell’Aletta, un’azienda farmaceutica olandese i cui uffici, affacciati sugli splendidi boschi della Veluwe, ospitano schiere di dipendenti devoti e tutelati da ottimi contratti. Ma da un giorno all’altro la società viene rilevata da un investitore svizzero, e l’intero reparto viene dichiarato in esubero. Ora, per ottenere il massimo profitto dalla vendita, Lute è costretto a un compito gravoso: convincere decine di fidati colleghi a dimettersi. E così quando Lombard, un cacciatore di teste freelance incontrato per caso, gli offre i suoi servizi, Lute li accetta con sollievo. Ma non sa che Lombard prende la sua professione terribilmente sul serio. Giorno dopo giorno, mentre il cacciatore di teste si insedia nel suo ufficio in compagnia di un cowboy armato di fucile e un minaccioso cane nero, una serie di episodi inquietanti comincia a funestare i corridoi aziendali… In un romanzo grottesco e divertentissimo, dal sapore cinematografico, Tom Hofland descrive un mondo lavorativo surreale eppure fin troppo familiare, denunciando, con la sua prosa irresistibile ed esplosiva, la disumanizzante dittatura del profitto e dell’efficienza che caratterizza il nostro tempo.

Tom Hofland, classe 1990, è uno scrittore e podcaster olandese. Nel 2018 il quotidiano “de Volkskrant” lo ha definito il più grande talento letterario dei Paesi Bassi. Questo è il suo terzo romanzo, vincitore, per «la sua sperimentazione formale, il suo senso dell’umorismo e la sua originalità», del BNG Bank Literature Prize 2022.

Cose vive” (traduttrice Serena Bianchi) racconta la storia di quattro ragazzi – G, Ernesto, Álex e Munir – che attraversano la Spagna diretti nel Sud della Francia per lavorare come stagionali alla vendemmia. La loro intenzione è fare esperienza, mettersi per la prima volta alla prova. Una volta arrivati però scoprono che la vendemmia non ci sarà a causa della siccità che ha rovinato la produzione. Si trovano quindi a dover fare subito una scelta: tornare indietro o restare lì e accettare il primo lavoro che trovano. Decidono di rimanere. Mentre passano le giornate in un campeggio bevendo birra calda e mangiando cibo scadente iniziano una lugubre e a tratti comica discesa agli inferi del mondo del lavoro a cottimo, tra fatiscenti allevamenti di provincia, dove lo sfruttamento dei lavoratori è palese, e grosse imprese biotecnologiche dove i codici etici servono solo a nascondere la realtà. Romanzo che mescola i generi, Cose vive è un eco-thriller letterario, un’esplosiva miscela punk in cui seguiamo le disavventure di quattro ragazzi alle prese con il lavoro precario, il capitalismo estremo, l’immigrazione e la produzione di massa applicata alle cose vive.

Munir Hachemi è nato a Madrid nel 1989, inizia a farsi conoscere giovanissimo scrivendo nelle fanzine distribuite nei bar del quartiere Lavapiés di Madrid. Nel 2018 pubblica il suo libro d’esordio “Cose vive” – già tradotto in francese e inglese – a cui segue, nel 2023, il romanzo El árbol viene. Nel 2021 la rivista Granta lo ha incluso nella sua selezione dei “25 migliori giovani narratori di lingua spagnola”. Attualmente vive a Buenos Aires.

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