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Sogno a sipario aperto: Noemi e Flavio, nozze teatrali per un amore da romanzo

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Era il 13 aprile del 2010 quando, come nelle più struggenti novelle d’amore, due giovani anime si strinsero la mano per la prima volta promettendosi, nel segreto di un sentimento nascente, un futuro condiviso. Quindici anni dopo, esattamente nel medesimo giorno e con il medesimo ardore, Noemi Giulia Fabiano e Flavio Visone hanno suggellato quella promessa, coronando il loro sogno con un matrimonio fuori dal tempo, unico e teatrale, dove realtà e finzione si sono intrecciate come i versi di una commedia d’altri tempi. A fare da culla a questa celebrazione d’amore non è stato un classico tempio né un austero municipio, ma il palcoscenico del Teatro CortéSe ai Colli Aminei, divenuto per l’occasione un altare laico e poetico, immerso nella luce calda dei riflettori e nel palpito sincero del cuore. In platea, come spettatori di un’opera sospesa tra sogno e realtà, sedevano commossi parenti e amici. Occhi lucidi, mani intrecciate, e un’attesa carica di emozione che esplodeva al comparire in scena dei protagonisti più veri che il teatro potesse mai offrire: Noemi e Flavio. Una regia intima e potente, dove le parole d’amore hanno avuto il respiro di una poesia e il rito civile è stato officiato con trasporto e affetto dalla cara amica Chiara Esposito.

È stata lei, figura elegante e partecipe, a guidare i due sposi fino al magico istante del “sì, lo voglio”, pronunciato tra il sipario aperto e i cuori in festa. Ma quella di Noemi e Flavio non è soltanto una storia d’amore, è un’ode al teatro stesso, elemento fondativo del loro legame.

Si conobbero al Teatro Diana, in quella scuola che li vide prima studenti appassionati e poi artisti: lui attore talentuoso, lei drammaturga ispirata e direttrice della BisLuck Company, una compagnia eclettica e viva, dedita a un teatro impegnato, di ricerca, capace di coniugare leggerezza e profondità, impegno sociale e poetica scenica. Dopo il rito, la festa si è spostata tra i giardini di Villa Domi, dove il tramonto ha accolto i novelli sposi sulle note vibranti del gruppo ‘O Rom, ensemble che intreccia suoni moderni e suggestioni ancestrali, in un abbraccio musicale che ha accompagnato danze, brindisi e abbracci.

A rendere possibile questo “Festimonio” – come con spirito i due innamorati lo hanno definito – è stata una squadra affiatata di professionisti, veri co-autori della messinscena del sentimento. Massimo Cuomo ha immortalato ogni gesto con il suo sguardo fotografico poetico, Enrico Scudiero ha disegnato la luce di scena come un pittore d’atmosfere, Carlo Quintano ha saputo cogliere il battito vivo della giornata con il suo video racconto, mentre la wedding planner Veronica Salzano e il team Magie di Carta hanno curato ogni dettaglio con grazia e maestria.

Non è mancata la partecipazione della direttrice del Teatro, Anna Sciotti, che ha aperto le porte del CortéSe con calore e generosità, così come preziosa è stata la mano della stilista Monica Fiorito che, per l’Atelier Artinà, ha creato l’abito da sposa di Noemi: un capolavoro di eleganza e personalità, degno di una diva d’altri tempi e ammiccante al mondo circense.

E così, mentre le luci si spegnevano lentamente sul palco e la festa proseguiva tra sorrisi e commozione, restava nell’aria la sensazione di aver assistito a qualcosa di raro, forse irripetibile: non solo un matrimonio, ma un atto d’amore pubblico e teatrale, un inno alla vita, al sentimento e alla bellezza dell’arte condivisa. Noemi e Flavio, oggi più che mai, sono protagonisti di un’opera senza fine. E il sipario sulla felicità, per loro, non calerà mai.

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