NAPOLI – Torna la rassegna di Musica da Camera del Teatro di San Carlo con protagonisti i professori d’Orchestra del Lirico di Napoli riuniti in formazioni cameristiche.
Domenica 19 febbraio alle 18 al Politeama sarà la volta del quintetto composto da Gabriele Pieranunzi (Violino), Loana Stratulat (Violino), Luca Improta (Viola), Silvano Fusco (Violoncello) e Mariano Lucci (Clarinetto).
Il programma musicale prevede l’esecuzione del Quartetto per archi in sol Magg. K 387 di Wolfgang Amadeus Mozart e del Quintetto per clarinetto e quartetto d’archi Op. 34/Jähns 182 di Carl Maria von Weber.
Con un appuntamento in calendario ogni mese da dicembre 2022 a novembre 2023, la rassegna di Musica da Camera del Teatro di San Carlo, giunta alla seconda edizione, è parte integrante della Stagione del Lirico di Napoli ed è un’occasione per il pubblico di vivere un’esperienza di ascolto più intima e coinvolgente, entrando in contatto con la musica in modo più profondo e personale.
GUIDA ALL’ASCOLTO
A cura di Dinko Fabris
Proprio nell’anno del suo matrimonio con la cantante Constanze Weber, il 1782, Wolfgang Amadeus Mozart completò a Vienna il primo dei sei quartetti stampati poi da Artaria nel 1785 con la dedica al suo ideale modello, Franz Joseph Haydn (che aveva pubblicato a sua volta nel 1781 la raccolta dei sei quartetti “russi”). Il primo quartetto fu completato nel dicembre di quell’anno e mostra già i caratteri innovativi della scrittura quartettistica mozartiana, considerando anche che l’opera non era stata scritta su commissione ma per impulso del compositore appena ventiseienne. Più che nei successivi cinque quartetti che seguono nella raccolta, nel K.387 in Sol maggiore (tonalità non usuale in questa fase compositiva dell’autore) si avverte la maestria contrappuntistica che Mozart aveva assorbito da un altro suo modello ideale, Johann Sebastian Bach. Nel primo tempo Allegro il primo tema dal carattere deciso impegna i quattro musicisti alla pari, in un gioco di serrato contrappunto cromatico, mentre un secondo tema crea il necessario contrasto esponendo con un solo strumento la suadente melodia. Ma è soprattutto l’ampio sviluppo a mettere in gioco tutte le risorse della scrittura ormai matura del compositore. La matrice contrappuntistica appare ancora più straniante nel secondo movimento intitolato Minuetto, ma che non ha più molto a che fare con la danza stilizzata del suo tempo: si pensi allo stratagemma espressivo per cui tutto è costruito su una lunga scala cromatica in cui ogni nota “piano” è seguita da una nota “forte” e poi la scala viene lavorata con tutte le risorse tecniche più sapienti. Un breve Trio in Sol minore porta un’improvvisa ma fugace nota d’inquietudine. Il terzo tempo, come promette il suo titolo di “Andante cantabile”, costituisce la parte più espressiva e lirica del quartetto. Se i tempi precedenti erano basati sul contrappunto, qui scopriamo il trionfo della scienza armonica più ardita, con costanti modulazioni a tonalità lontane e misteriose, fino ad un culmine contrassegnato da un passaggio enarmonico sorprendente. E di sorpresa in sorpresa, il movimento finale utilizza ancora una struttura polifonica complessa, la fuga, ma impiegata secondo lo stile tipico della sinfonia d’opera buffa (tanto che qualche critico ha parlato di “fuga buffa” oltre un secolo prima di quella che conclude il Falstaff di Verdi), a partire da quattro note lunghe che tornano nella breve coda. Qua e la affiorano frammenti di temi dei movimenti precedenti, che producono una sorta di forma ciclica, così come è davvero insolito che ogni tempo si concluda in un delicato e inatteso pianissimo, perfino il finale del brano.
Un legame di parentela diretto collega Carl Maria von Weber a Mozart, suo cugino acquisito in quanto suo padre era zio della moglie di Wolfgang, Constanze Weber, che abbiamo già ricordato. Mozart era morto da vent’anni quando Carl Maria cominciava la composizione del suo Quintetto, pubblicato nel 1816 col numero d’opera 34 e la denominazione di Grosses Quintett in si bemolle maggiore. Il nome di Weber (il von nobiliare era un vezzo non derivante da autentica appartenenza aristocratica visto che i suoi genitori dirigevano una compagnia itinerante di teatro musicale) è fortemente associato al repertorio per clarinetto del primo Ottocento, uno strumento ancora in una fase di trasformazione prima della sua attuale forma stabilita a metà del secolo, ma di cui circolavano per l’Europa straordinari virtuosi. Uno di questi era il tedesco Heinrich Baermann, che aveva portato importanti innovazioni nella tecnica esecutiva influenzando compositori come Mendelssohn, Meyerbeer e lo stesso Weber, che – dopo averlo incontrato alla corte di Monaco nel 1811 – scrisse per lui nello stesso anno i due Concerti op. 73 e 74, il Concertino op.26 e appunto il Quintetto op. 34, uno dei brani più impegnativi per lo strumento di tutta la letteratura romantica. Dobbiamo pensare per questa pagina non ad una tipica forma cameristica per cinque strumenti, ma ad un vero concerto per clarinetto con l’orchestra ridotta all’organico base del quartetto. Anche per questo la struttura compositiva ha lo scopo di mettere in evidenza il solista più che di amalgamare i cinque strumenti. Dopo un Allegro piuttosto teatrale (con un primo tema di carattere militare ed un secondo tema che reca l’indicazione “scherzando”), troviamo nel secondo tempo (“Fantasia”) una lunga scala cromatica, esposta in forte e poi ripetuta pianissimo: questo breve Adagio ma non troppo è considerato uno dei capolavori assoluti della letteratura romantica per clarinetto, strumento di cui esplora tutte le capacità dinamiche (si passa dal fortissimo al pianissimo), timbriche ed espressive. Segue un Menuetto che, come nel precedente quartetto mozartiano, non ha più nulla della danza settecentesca caratterizzandosi ormai come un vero Scherzo: il titolo di “Capriccio presto” esprime la sua personalità gioiosa e sfrenata, cui si oppone il breve Trio a note legate. Il Rondo finale ripete un elegante tema dal virtuosismo esasperato, una vibrante sensazione di felicità giovanile che sfocia in una coda pirotecnica, ancora un omaggio alle possibilità virtuosistiche del clarinetto, che conclude – esattamente al contrario del finale rarefatto di Mozart – il quintetto ed anche il concerto.
MUSICA DA CAMERA
Teatro Politeama
domenica 19 febbraio 2023, ore 18:00
MOZART / WEBER
Violino | Gabriele Pieranunzi ♮♮
Violino | Loana Stratulat ♮♮
Viola | Luca Improta ♮♮
Violoncello | Silvano Fusco ♮♮
Clarinetto | Mariano Lucci ♮♮
♮♮ Professori d’Orchestra del Teatro di San Carlo
Programma
Wolfgang Amadeus Mozart Quartetto per archi in sol Magg. K 387
1. Allegro vivace assai (sol maggiore)
2. Minuetto e trio. Allegro (sol maggiore)
3. Andante cantabile (do maggiore)
4. Molto Allegro (sol maggiore)
Carl Maria von Weber Quintetto per clarinetto e quartetto d’archi Op. 34/J. 182
1. Allegro
2. Fantasia. Adagio ma non troppo
3. Menuetto. Capriccio presto
4. Rondo. Allegro gioioso