NAPOLI – Non c’è mai fine alla musica ma troppo spesso è sempre la solita canzone. L’adagio non dice bugie. Per superare l’impasse, la Fondazione Il Canto di Virgilio desidera comporre una manifestazione in cui prende luce ogni sorta di ritmo e composizione, facendo zig zag nei secoli, nelle culture, nelle tradizioni e nei linguaggi espressivi. La musica in ogni sua dimensione e prospettiva. Dunque, semplicemente, Tutta un’altra musica.
In cantiere da sabato 19 ottobre al 6 dicembre, nella sala Domus Ars di via Santa Chiara – proprio dirimpetto al Monastero – si terrà una serie di concerti e recital capaci di illuminare qualsiasi tensione creativa musicale, a prescindere dalle epoche. Sul palcoscenico, di volta in volta, saliranno ensemble, attori, solisti, gruppi corali, strumentisti, vocalist, musicisti, direttori d’orchestra, narratori, musicologi, con la volontà cosciente di coinvolgere il pubblico in una esperienza che riporta in primo piano la musica suonata, la musica vissuta, la musica che ci è sempre appartenuta.
Lo start è in agenda sabato 19 ottobre, con lo spettacolo Il secolo d’oro della musica europea. In scena, i solisti della Wind Symphonietta, con Gianni Mola direttore e orchestratore. Alla voce narrante, l’ex NCCP Giovanni Mauriello. Il repertorio oscilla da Charles Gounod – la sua Marcia funebre per una marionetta fu la colonna sonora degli interventi televisivi del regista thriller Alfred Hitchcock – a Dmitri Shostakovich con il Waltz n.2 che esalta i ciak di Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick. E poi il norvegese Edward Grieg, lo spagnolo Manuel de Falla e una versione tradotta in lingua napoletana della favola sinfonica Pierino e il lupo (1936) del russo Sergej Prokof’ev.
Nella seconda serata di sabato 26 ottobre il cantante Raffaello Converso sarà protagonista de L’opera da marciapiede, un progetto con le elaborazioni e le orchestrazioni del maestro Roberto De Simone sospeso tra Kurt Weill e Raffaele Viviani. Il Proscenio ensemble assicura un esperimento sulla cosiddetta musica di strada – assai prima del rap e della dancehall – setacciando canti a ffigliola e canti a fronna, stilemi di percussioni e fisarmoniche, tra ascolto libero e musica del potere. Senza trascurare l’Ave Maria di Schubert e l’Opera da tre soldi di Brecht su un’ispirazione camorristica.
Cambio di registro per l’8 novembre, data in cui è atteso il Duo Nuances in cui figurano Michele De Martino (mandolino-pianoforte) e Salvatore Della Vecchia (mandoloncello-mandolino). Tra brani originali e non, citazioni a Ludwig van Beethoven, al liutaio partenopeo Raffaele Calace, al crescendo di Gioachino Rossini, l’intenzione del gruppo che è stato già diretto da Riccardo Muti e Zubin Mehta è dare spazio alle potenzialità del mandolino, strumento tutt’altro che folkloristico. Tant’è che in repertorio appaiono Bach e Chopin.
L’indomani, 9 novembre, Le forme dei sentimenti è l’avventura musicale del violoncellista Luca Signorini e della pianista Paola Volpe. Nel romanticismo di Robert Schumann e Claude Debussy, i due artisti hanno rintracciato un sentiero spirituale che conduce dall’impressionismo francese alla Sonata in la maggiore di César Franck.
Il 15 novembre sarà vorticoso, invece, Off Side Story, il racconto metropolitano liberamente tratto dal musical West Side Story (1957, ispirato a Romeo e Giulietta di William Shakespeare) con l’insolita performance del pianista Enrico Fagnoni e della voce narrante di Stefano Valanzuolo, che è autore del testo. Le musiche anni Cinquanta di Leonard Bernstein – Jet Song, Maria, I Feel Pretty, Tonight – lasciano rivivere New York a Napoli.
La suave melodia – Musiche nella Napoli del ‘500 e ‘600 è il concerto del 16 novembre con l’Ensemble 33 e tre vocalist: Stefania Parisi, Sergio Majocchi e Antonio Parisi. In scaletta, le villanelle popolari composte a Napoli tra Rua Catalana e Largo di Castello, e le villanelle più sofisticate di Adrian Willaert. Ancora, i canti d’amore, i versi irriverenti e sarcastici. Infine le raffinate composizioni barocche di Andrea Falconieri, morto nella terribile peste che ferì Napoli nel 1656.
Sabato 23 novembre riflettori accesi sulle Armonie italiane, una proposta delle Risonanze dell’anima con il soprano Monica De Rosa McKay e il pianista Marco Santià. Un’immersione nelle opere di Tosti, Martucci, Silvestri, Cimara, Alfano e Puccini, tra pathos e sensazioni crepuscolari e verismo. Sull’altalena fra la Serenata per mandolino di Silvestri e il Piccolo tango di Puccini.
Nel penultimo appuntamento del 30 novembre, intitolato Il suono delle ance, il Samnium Clarinet Choir diretto da Gaetano Falzarano presenterà un viaggio sonoro frutto del collage tra musiche di Cardon, Mendelssohn, Verdi, Poinchielli, Farina e Mangani in cui emergeranno tutte le possibilità tecnico-virtuosistiche dello strumento a fiato, tra frammenti operistici, sinfonici e cameristici.
L’epilogo di Tutta un’altra musica è programmato per il 6 dicembre, serata in cui sarà ospite l’ensemble Chamberchelli convocato per lo spettacolo Il violoncello nelle grandi colonne sonore. Un progetto a cura di Aurelio Bertucci – che annovera diversi giovani audaci strumentisti – che porta in palcoscenico le varietà melodiche e timbriche delle composizioni firmate per il grande schermo da Nino Rota e Ennio Morricone, Hans Zimmer e John Williams, e J.M. Lacalle (autore di Amapola).
L’ingresso a ogni concerto costa 10 euro. Infoline 081 342 5603.
Domus Ars | via Santa Chiara 10 – Napoli.