NAPOLI – Ultimi giorni nella Cappella Palatina del Maschio Angioino per la mostra dell’artista americano, David LaChapelle. Presente a Napoli con una collezione esclusiva studiata appositamente per la città e per lo storico Castel Nuovo, il celebre fotografo in questi mesi di esposizione ha presentato alcune opere inedite, in un costante dialogo tra il lavoro esposto e lo spazio ospitante. Presentata dalla Next Exhibition, in collaborazione con il Comune di Napoli, la ONO arte e Contemporanéa, Associazione Culturale Dreams, Alta Classe Lab, Fast Forward e Next Event, la mostra ha inteso proporre un’indagine intima nel lavoro dell’artista. Curata da Vittoria Mainoldi e Mario Martin Pareja, la carrellata di fotografie ha concesso ai tantissimi visitatori l’opportunità di ripercorrere i momenti salienti della prolifica carriera di LaChapelle. Con quaranta pezzi esposti tratti dai vari periodi significativi della carriera dell’artista, la mostra ha avuto come valore aggiunto anche una selezione di opere inedite provenienti dall’archivio del fotografo, unite a capolavori iconici e diverse anteprime. ” Sono stato davvero felice di esporre a Napoli- ha detto LaChapelle – per me è stato un onore poter portare le mie opere in un città così emozionante. Un luogo speciale vibrante in ogni suo angolo e in cui c’è tanta spiritualità e tanta forza”. In esclusiva per la Cappella Palatina, per questi ultimi giorni, anche alcuni dei negativi fotografici dipinti a mano realizzati negli anni ’80 da LaChapelle, mentre adolescente esplorava le idee della metafisica e della perdita, sullo sfondo della devastante epidemia di Aids. Una mostra divisa tra il passato e il presente con alcune opere presentate per la prima volta in questa occasione, in cui il fotografo, già membro della factory di Andy Warhol, viene come catturato da un timore reverenziale per il sublime e dalla ricerca di spiritualità, come in Behold (2017). Un’esposizione quella intitolata semplicemente “David LaChapelle” che esplora la rappresentazione acuta che l’artista fa dell’umanità nel particolare tempo in cui viviamo. Un’indagine ricca di spunti con dei lavori pronti a cementare il ruolo di LaChapelle tra gli artisti più influenti del mondo. Da ammirare sono le opere seminali Deluge (2007) in cui LaChapelle re-immagina un diluvio biblico, ambientandolo a Las Vegas, traducendo e rendendo contemporanea l’opera di Michelangelo della Cappella Sistina; e Rape of Africa (2009) che vede la modella Naomi Campbell nel ruolo di Venere in una scena di ispirazione botticelliana ambientata nelle miniere d’oro africane. In mostra anche opere tratte dalle vivide e coinvolgenti serie Land SCAPE (2013) e Gas (2013), progetti di natura morta in cui LaChapelle assembla found objects per creare raffinerie di petrolio e stazioni di servizio, prima di presentarle come reliquie in una terra reclamata dalla natura.