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Un tributo alla memoria, racconti di un passato che non dobbiamo dimenticare

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In libreria Uomini, soldati, eroi, vittime: angresi. Racconti di un passato che non dobbiamo dimenticare, il libro di Giuseppe Barbella, pubblicato da Wood & Stein. Il libro, frutto di anni di studio e ricerca negli archivi, non intende essere un manuale di storia o un’analisi dettagliata dei conflitti mondiali, bensì è un’opera di memoria, un tributo a coloro che hanno dato tutto per il proprio paese, per la propria famiglia, per un futuro che non avrebbero mai visto. Un sentito omaggio ai caduti angresi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale, uomini le cui vite si intrecciarono tragicamente con gli eventi che travolsero il mondo.

Il volume, 260 pagine, ripercorre le vicende di Angri e di alcuni dei suoi caduti durante le vicende delle due Guerre Mondiali. Lo fa con uno stile fluido e ricchezza di aneddoti e ricerche. L’autore ha infatti provato a ricostruire le vite di 36 giovani morti nei conflitti, dando forma ai loro pensieri nei momenti più difficili.

 

Scrive l’autore nella prefazione: “Ogni nome che leggerete non è solo una parte di un freddo elenco, ma un’anima che ha camminato per le strade di Angri, che ha amato, sperato e, alla fine, combattuto. Narrare di loro significa ripercorrere una parte importante della nostra storia collettiva, ma soprattutto significa tenere alta la memoria, riportandoli alla luce non come semplici figure sbiadite dal tempo. Ricordare che quei caduti non furono semplici vittime di un conflitto lontano, ma persone reali, che camminavano per le stesse strade che percorriamo oggi, si fermavano nei luoghi che conosciamo, vivevano vite normali, spezzate troppo presto da eventi fuori dal loro controllo. Ricordare significa riconoscere che, dietro la guerra, ci sono stati individui con storie personali e un vissuto unico, uomini che hanno dovuto affrontare difficoltà inimmaginabili e che meritano di essere riportati alla luce. Attraverso le loro storie, impariamo a comprendere meglio non solo il passato, ma anche chi siamo oggi.

E così, i caduti angresi della Prima e della Seconda Guerra Mondiale tornano a essere ciò che furono: uomini, soldati, eroi, vittime. Speriamo che, leggendo queste pagine, anche voi possiate fermarvi, la prossima volta che passerete per Piazza Doria, e guardare quei nomi con occhi diversi. Non come semplici segni su una pietra, ma come testimoni di vite che meritano di essere rispettate e ricordate”.

 

L’autore, Giuseppe Barbella, è un ingegnere e divulgatore culturale per passione. Figlio di angresi, è cresciuto tra i cortili, gli oratori e le strade di Angri. Ha trascorso l’infanzia viaggiando per l’Italia al seguito del padre, Primo Maresciallo della Marina Militare. Questa esperienza gli ha trasmesso il valore della disciplina e un legame speciale con il mare, che, anni dopo, lo ha portato a indossare con orgoglio la divisa della Marina Militare, un’identità che continua a custodire con fierezza. Nel tempo ha saputo unire le sue competenze tecniche alla passione per la comunicazione, costruendo una carriera che coniuga tecnologia, insegnamento e cultura. Dal 2014 opera nel settore dei Beni Culturali e attualmente lavora nell’area Comunicazione del Parco Archeologico di Pompei. Autore attivo su Wikipedia e iscritto all’Ordine dei Giornalisti, continua a dedicarsi alla promozione culturale con l’intento di preservare il passato e renderlo vivo per le generazioni future.

 

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