NAPOLI (Di Anna Calì) – Metti un bicchiere di whisky, l’abat-jour che sprigiona una luce soffusa e timida, la puntina che lentamente si alza, si sposta e prende posto sul disco che lentamente inizia a riprodurre quel sound che ti mette vivacità e allo stesso tempo ti rilassa ed ecco che escono fuori le note del: jazz! Perché il jazz è un qualcosa che ci deve appartenere e che per una qualsiasi ragione all’improvviso esce fuori. E nel momento esatto in cui entri in contatto con esso non puoi più farne a meno. È una dolce melodia che ti entra dentro fino alle ossa e ogni giorno che passa senti la necessità di unirti sempre di più ad essa. Ma se poi il jazz viene riarrangiato in chiave moderna e unito alla lingua napoletana, beh, allora il risultato è garantito! Ed è ciò che fa da tempo Walter Ricci, un ragazzo napoletano fautore della musica jazz, del pianoforte e della musica classica che per puro gioco ha iniziato ad assemblare ciò che più ama: il jazz e il napoletano. Ed è proprio grazie a questa unione che è venuto un fuori un sound non soltanto leggero, divertente ma anche molto orecchiabile. Nel momento esatto in cui scoprirete Walter Ricci non riuscirete più a passare una sola giornata senza ascoltare una sua canzone e nella mente vi risuoneranno le parole di: Tarantella Jazz, Uè ma non soltanto. Dopo aver ascoltato le sue canzoni possiamo affermare con assoluta fermezza che Ricci non fa altro che proseguire la scia di Renato Carosone e lo si deve proprio grazie a questo ritmo che compongono le sue canzoni e le sue strofe. Melodie che si concentrano sull’amore sì, ma non soltanto.

Naples jazz, il titolo del tuo ultimo lavoro. Un inno alle tue più grandi passioni: Napoli e il jazz. Come nasce l’idea?
“L’idea la scaturisce un evento in particolare, la rielaborazione di Love. Un brano che ho sempre cantato perché avevo fatto un omaggio a Nat King Cole e uno dei pezzi suoi più famosi è per l’appunto, love. Dopo anni dall’uscita del disco, decido di chiudermi un po’ e di fare un nuovo disco. Sono anni che sono sulle scene, sono stato anche in Francia, il primo disco è uscito in Francia per l’appunto. Ma tengo a precisare che sono completamente napoletano dentro e fuori (ride, ndr), quindi, ho sentito l’esigenza di fare un qualcosa in napoletano e insieme al mio produttore che è Mauro Romano abbiamo deciso di creare una connessione con un grande autore: Alessio Bonomo. Con lui è nata una grande amicizia, autore di canzoni anche di Boccelli, autore veramente straordinario.

Ricordiamo che con “La croce” ha partecipato anche a Sanremo e con lui abbiamo deciso di fare una connessione importante e canzoni nuove in napoletano con delle melodie filo jazzofane ma anche un po’ mediterranee.

Melodie che ci appartengono tanto. Giocando in una delle tante sere, mi dice che in realta lui “Love” la vedrebbe bene in questa versione: “Uè, so asciut pazzo e te”, (canticchia il motivetto n.d.r). E così per puro gioco proviamo a fare un video reels, lo registriamo, lo postiamo su Instagram e raggiunge 4milioni di visualizzazioni e viene condiviso anche da De Sica e Littizzetto. “Tea for you” “Just a time”, “Unforgettable”. Questi sono soltanto alcuni dei titoli che abbiamo fatto nostri e adattati al napoletano.

È un disco sentito e richiesto da tantissimi che io definisco una vera e propria: tarantella jazz. Quest’ultima è un inedito, unico del disco e la canzone che dà un po’ di verve all’album perché è in napoletano ma richiama la passione per il jazz che ho. Un disco nato in una maniera molto sentita, ma in realtà io ho un LP lungo e inedito da dover tirare fuori, ma questa volta oltre al dialetto napoletano ci sarà del ritmo oltreoceano”.

Canzoni che parlano prettamente d’amore ma non solo. Quant’è importante per te questo sentimento e perché pensi che oggigiorno ci sia tanta diffidenza nei confronti dell’amore?

“C’è diffidenza? Uhm, io penso che nell’amore e nel sentimento introspettivo non è cambiato niente, è cambiata l’estetica e il modo di approcciarsi. Oggi siamo troppo distratti, siamo concentrati su noi stessi e sul nostro ego che, non è sbagliato perché è giusto rispettare le proprie esigenze. Nel caso delle canzoni, l’amore muove tutto. Io provo un amore indescrivibile per quello che faccio. Non mi precludo un amore per un’altra persona. L’amore è tutto”.

Com’è stato l’approccio con la musica e hai avuto qualche difficoltà durante il tuoi percorso?

“Molte difficoltà. La carriera di un artista è tanto forte quanto sofferta, solo che il pubblico vede solo i successi, gli insuccessi non li vede mai. Ho iniziato da piccolo e ho avuto parecchi insuccessi che mi hanno insegnato a voltare pagina”.

Quale cantante sei più legato e perché?

“È complicato rispondere. La mattina per esempio metto il jazz in particolare Nat King Cole. Essa è il mio rifugio, ma poi evado. La sera invece musica moderna, pop. Ma non ti faccio nomi, sennò si prendono collera (ride ndr). Mi piacciono molte cose, alcune sì e alcune no. E credo anche che la musica oggi stia vivendo un ottimo momento”.
Con chi ti piacerebbe duettare e quale canzone vorresti convertire in chiave jazz?
“Diciamo che non preferisco riadattare i brani jazz. Diciamo che fare i remake di brani cambiando gli arrangiamenti non è veramente una cosa che mi piace. Quello che faccio è prendere gli standard e cambiamo solo il testo con il mio dialetto”

4 luglio, ex base nato. Come ti stai preparando e soprattutto ci saranno qualche sorpresa?

“Sì, ci saranno sorprese. Ma vorrei principalmente che fosse la mia band la protagonista perché ci sono dei musicisti sul palco che sono incredibili. Questi che ho io, sono tra i migliori. Come ospiti, due totalmente opposti eppure così vicini. Joe Barbieri che ha un mondo dentro, levatura letteraria pazzesca. Sono fan delle sue cose e del suo ultimo progetto. “Vuless ‘o cielo” è quello che faremo, unico singolo e lo suoneremo il 4 luglio. E poi ci sarà Karima che ha una forza vocale pazzesca e suoneremo “Mambo Italiano”

Tra i progetti futuri invece cosa c’è e cosa desideri per il 2025?

“Noi annunceremo una serie di concerti tra l’autunno e l’inverno e da ottobre tireremo fuori pian piano i singoli del nuovo disco. Ed è la prima volta che mi piace e sono convinto di questo disco perché mi sono espresso bene e spero piacerà a tutti questo sound musicale. Il primo singolo è la canzone autobiografica che mi racconto ed è quello a cui sono più legato”.

E nell’attesa di vivere una grande serata all’ex base Nato di Bagnoli, attiviamo il countdown e iniziamo ad assaporare un po’ di sano e ottimo jazz con: Tarantella Jazz. Una canzone che può essere considerata un vero e proprio inno d’amore nei confronti della città partenopea con la menzione a tanti posti della nostra terra: quartiere Sanità, la sfogliatella, ‘a zuppa ‘e cozze e il bosco di Capodimonte. Un modo questo, per far comprendere anche la vera natura dei napoletani, le abitudini, i princìpi cardini delle nostre tradizioni e il modo in cui amiamo. Perché i napoletani amano forte e in una maniera diversa dagli altri.

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