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Bufera Covid su imprese e occupazione. Confcommercio e Confesercenti chiedono confronto urgente con De Luca

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NAPOLI – “Nei giorni scorsi centinaia di imprese hanno sospeso l’attività e tantissime altre si apprestano a farlo, per l’oggettiva impossibilità di far fronte a tutti gli impegni in uno scenario desertificato dall’emergenza Covid.
E’ una tragedia che colpisce soprattutto le piccole imprese ed i loro dipendenti, il cui futuro si presenta oggi assai più incerto rispetto alla prima fase della pandemia.
In Campania sono attive oltre 150.000 imprese nei settori del commercio, della ristorazione e del turismo; di queste, oltre il 95% è costituito da piccole e microimprese che si ritrovano in una situazione ancora peggiore rispetto a quella del lockdown, con più debiti, meno incassi, e difficoltà finanziarie crescenti. Se si considera che il Terziario di mercato in Campania vale il 70% del PIL e l’85% dell’occupazione, appare chiaro quali potrebbero essere le devastanti conseguenze della bufera in atto.
E’ sorprendente che, di fronte ad un’evoluzione così drammatica che potrà arrecare danni irreparabili alla parte più consistente del nostro sistema imprenditoriale ed occupazionale, non vi sia stato alcun confronto sino ad ora con le categorie per un esame oggettivo sulla situazione e sulle misure urgenti da assumere”, ha scritto il direttore generale di Confcommercio Campania in una lettera al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, invitandolo “ad attivare al più presto un tavolo di confronto, nel comune interesse alla salvaguardia del nostro tessuto imprenditoriale”.

CONFESERCENTI

Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania commenta le ultime ordinanze regionali: «Con il coprifuoco alle 23 i nostri ristoratori sono obbligati a non accettare più clienti oltre le 22. Se questo dovesse avvenire sarebbe un’ulteriore mazzata che mette in ginocchio le nostre attività di ristorazione. Bisogna tener conto che il 70% delle attività commerciali, ad esempio, ha contenziosi aperti con i proprietari dei locali sul pagamento dei fitti. Noi di Confesercenti chiederemo, attraverso anche l’attività della nostra giunta nazionale, allo Stato la sospensione del pagamento di fitti e tasse e di ogni atto o processo aperto nei confronti delle imprese. Se non c’è economia non c’è possibilità di pagare fitti e le tasse. In questo momento i Governatori come De Luca certificano, con i provvedimenti drastici che stanno prendendo, che lo Stato non è capace di far rispettare le regole mettendo in campo i controlli adeguati. Chiudere le attività commerciali equivale a dire che il commercio paga il deficit del Paese. Lo Stato che chiude, limitando e ostacolando ulteriormente la ripresa della nostra economia, deve assumersi questo peso, aiutando le imprese, con dilazioni, sospensioni o annullamento di alcuni tributi e dei fitti. Non può imporre le chiusure e nel contempo girarsi di spalle rispetto alle esigenze e difficoltà economiche delle aziende. Le scelte saranno anche obbligate per tutelare, giustamente, la salute collettiva, ma così stanno massacrando l’economia».
I numeri parlano chiaro e sono drammatici. «L’effetto immediato di questa situazione – chiarisce Vincenzo Schiavo – è la chiusura, attuale o futura, di tante aziende. Allo stato attuale quasi 5700 imprese hanno chiuso solo a Napoli e provincia, circa 3700 hanno cambiato la proprietà, 108, sempre con riferimento a Napoli e provincia, sono fallite e centinaia si devono difendere da procedure di fallimento richieste da chi non ha avuto il pagamenti dei fitti. La situazione è tragica, da far tremare i polsi: l’effetto del Covid amplifica i problemi atavici: se il Governo e le Istituzioni campane non aiutano le aziende campane, a breve cammineremo sui cadaveri delle imprese. I nostri esercenti sono come zombie».

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