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Caradonna (commercialisti): la proposta di riforma professionale svilisce le competenze e manca di identità

“Sulla riforma del nostro ordinamento professionale siamo critici nei confronti del testo proposto alla politica dal Consiglio nazionale. E con noi tanti altri ordini. Un testo che non crea identità, non sono chiare le finalità della riforma stessa e si parcellizza la nostra attività. L’articolo 1 che è quello che ci definisce, introduce una lunga lista della spesa di competenze dove alla fine non ci si identifica in niente. Solo una serie di specializzazioni che sviliscono le nostre competenze. C’è poi il problema della struttura della nostra categoria; anche qui si è fatta una riforma elettorale molto complessa con un voto segreto dei consiglieri. Ciò consente al Consiglio nazionale di poter agire senza avere nessun tipo di controllo da parte dei portatori di interessi reali. Si nota un inasprimento dei problemi legati alla disciplina e le incompatibilità che oggi hanno meno senso. Nel codice deontologico ci sono solo divieti senza annoverare i principi cardine come l’integrità, la trasparenza, la cura dell’interesse comune. Questa norma sembra essere il frutto di tanta fretta senza confronto con i territori”. Lo ha dichiarato Marcella Caradonna, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Milano, intervenuta nel corso della tavola rotonda “La crisi demografica ed il futuro dei sistemi previdenziali”, nell’ambito dell’ottavo Forum nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili “La riforma fiscale e la legge di bilancio 2025”, promosso da Italia Oggi, con il patrocinio della Cnpr.
Sulla ‘riforma’ si è espresso anche Enrico Terzani, numero uno dell’Odcec di Firenze: “Con la riforma del ‘139’, relativa alle scuole di alta formazione, si cerca di introdurre le specializzazioni. Tuttavia, riteniamo che ci siano troppi albi che richiedono iscrizioni obbligatorie, mentre la nostra richiesta è quella di procedere a una razionalizzazione che riduca il numero di questi elenchi. Considerando la rapidità con cui evolve l’economia di oggi, riteniamo che le specializzazioni siano appropriate, ma è necessario riportare la gestione degli albi sotto il controllo del Consiglio nazionale, prevedendo al contempo, una riduzione delle ore di formazione richieste. Per quanto riguarda la responsabilità dei componenti dei collegi sindacali, sottolineiamo che non è accettabile che vi sia una responsabilità solidale tra sindaci e amministratori. Su questo punto, il Consiglio nazionale ha avanzato una proposta di modifica che stabilisce che il Collegio sindacale, salvo i casi di dolo, possa essere chiamato a rispondere solo per un importo pari a un multiplo del compenso percepito.
Confidiamo che questa riforma venga approvata al più presto dal Parlamento, poiché rappresenta un passo importante per la tutela della categoria e la chiarezza delle responsabilità”.
Sul futuro della professione è intervenuto Luigi Pagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili: “L’evoluzione della professione è un tema complesso. Da un lato, apprezziamo gli sforzi del governo, e del vice ministro Leo in particolare, nel cercare di venire incontro alle esigenze della nostra categoria con un impegno sincero; dall’altro, non possiamo ignorare le difficoltà che i professionisti incontrano quotidianamente, come il semplice accesso agli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Non comprendiamo perché i cittadini non possano essere accompagnati dai propri consulenti quando si recano presso l’amministrazione finanziaria. Questo alimenta il dubbio che ci sia una volontà di disintermediazione del ruolo del commercialista.
In questo contesto, riteniamo che la strada dell’aggregazione sia l’unica possibile, ma non può essere lasciata esclusivamente alla sensibilità dei singoli. È necessario supportarla concretamente.
Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale – ha aggiunto Pagliuca -, riconosciamo che gli investimenti in questo settore sono enormi e che non è possibile né opportuno bloccare o ignorare questo fenomeno. Ci troviamo di fronte a uno ‘tsunami tecnologico’ che dobbiamo saper cavalcare e utilizzare nel miglior modo possibile. Siamo solo agli inizi, ma già si intravedono i benefici in termini di alleggerimento degli oneri negli studi professionali.
Tuttavia, è essenziale che il professionista sappia gestire questo strumento, consapevole del fatto che l’intelligenza artificiale non potrà mai sostituire la sua capacità di relazione e di elaborazione. Queste competenze restano e resteranno fondamentali per la nostra professione”.
Ferdinando Boccia, numero uno della CdC, ha evidenziato che “La Cassa è particolarmente sensibile al tema delle aggregazioni tra professionisti, riconoscendolo come un elemento di grande importanza per il futuro della professione. Per costruire un sistema equo e vantaggioso, abbiamo ampliato le iniziative di welfare strategico, puntando su maggiori tutele assistenziali e opportunità di crescita per gli iscritti.
Gli istituti di welfare sono stati potenziati per migliorare le capacità dei professionisti, con un’attenzione particolare alla formazione e al sostegno delle famiglie. A tal fine, sono stati introdotti bandi specifici dedicati a chi ha figli. Inoltre, non abbiamo trascurato la tutela della salute, introducendo una polizza speciale per i check-up medici.
Per il 2025 è previsto un incremento significativo delle risorse destinate alle misure assistenziali, con uno stanziamento di 36,5 milioni di euro. Una delle sfide più importanti rimane il sostegno ai giovani professionisti: sono già pronti due nuovi bandi con numerose misure per favorire l’acquisto di beni strumentali.
Tuttavia, un ostacolo rilevante per l’aggregazione professionale – ha concluso Boccia – è rappresentato dalla tassazione. È fondamentale estendere le agevolazioni fiscali anche alle forme aggregate, così da incentivare ulteriormente la collaborazione tra professionisti e sostenere il progresso della categoria”.

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