NAPOLI – “Nell’esprimere il nostro massimo rispetto per l’ordinanza del Consiglio di Stato che ci vede soccombenti, siamo tuttavia fiduciosi di poter far valere la bontà delle nostre ragioni nel corso dell’esame approfondito delle questioni in gioco che è proprio del giudizio di merito. Va sottolineato infatti che, come scrive lo stesso Collegio, il giudizio di ieri è stato emesso sulla base di un esame sommario, proprio della fase cautelare della vicenda.”
È il commento di Pasquale Russo, Presidente Confcommercio Campania, sul provvedimento cautelare emesso ieri dal Consiglio di Stato, riguardante l’esclusione della Confcommercio Campania e di altre Associazioni di primaria importanza dal procedimento di rinnovo del Consiglio della Camera di Commercio di Napoli.
Attualmente la vicenda giudiziaria si trova solo nella fase cautelare; l’udienza del Tar Campania sul merito della questione è fissata per il mese di gennaio.
“L’Ordinanza di ieri – prosegue Russo – solleva numerose perplessità, a cominciare dal fatto che essa, oltre a rovesciare il giudizio motivato del Tar Campania che aveva riconosciuto le nostre ragioni, si pone in netto contrasto con una consolidata prassi amministrativa ultradecennale e con tutti i pareri espressi nel corso degli anni dal Ministero delle Attività Produttive (Oggi Ministero delle Imprese), che hanno sempre confermato il diritto delle Associazioni di livello regionale e nazionale a partecipare alle procedure di rinnovo dei Consigli delle Camere di Commercio, tanto è vero che vi sono in anni recenti decine di casi in Italia nei quali le Associazioni regionali ed interprovinciali hanno legittimamente concorso all’attribuzione dei seggi nei Consigli delle Camere di Commercio.
Fatichiamo a credere che fino ad ora abbiano sbagliato tutti tranne la Camera di Commercio di Napoli, unica in Italia a voler ammettere solo le Associazioni provinciali, col risultato che le decine di migliaia di imprese napoletane iscritte alle Associazioni di livello regionale e nazionale si ritroverebbero senza rappresentanza, a vantaggio di Associazioni assai meno strutturate e presenti sul territorio: una discriminazione intollerabile”.
