NAPOLI – Con un affluenza turistica record, Napoli esprime anche un altro record che è quello, manco a dirlo, dei piccoli grandi abusi, che volendo sintetizzare parafrasando la famosa canzona “sono cose che si fanno ma non perchè hai il diritto, ma perchè si è sempre fatto”. Napoli è anche questa nella sua globale immensità. Una delle criticità più affrontate dall’Ente locale è sicuramente la lotta ai cosiddetti tavolini selvaggi, come anche a tutte quelle strutture di ricettività installate dai locali commerciali senza nessuna autorizzazione. Sotto questo profilo il Comune di Napoli sta lottando costantemente per portare un po di ordine e di decoro in una città che, per forza di cose, si è turistificata. Sulla questione è sceso in campo anche l’economista Gianni Lepre: “Il Regolamento per l’occupazione del suolo pubblico approvato dalla Giunta Comunale di Napoli, e che dovrà essere sottoposto alla votazione del Consiglio nel mese di giugno, dovrebbe dire la parola fine all’annosa questione del tavolino selvaggio. C’è però da sottolineare – ha poi continuato il prof. Lepre – tre elementi positivi.
Il primo consiste nel fatto che il regolamento promosso dall’Assessore Armato nasce da un preventivo confronto con le associazioni di categoria e non ‘piove’ dall’alto; poi è incoraggiante che il Comune sembra muoversi in sintonia istituzionale con il Governo, impegnato con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a garantire la compatibilità di decoro urbano e dehors. L’elemento positivo più importante, a mio parere, è tuttavia il terzo: non si fa la guerra ai tavolini in generale, ma si cerca di disciplinare le tipologie di dehor, dai limiti di occupazione dello spazio pubblico al superamento delle barriere architettoniche”.
Il noto economista che tra l’altro è consigliere del ministro Sangiuliano con delega al Made in Italy e alle PMI ha poi concluso: “Al di là dei dettagli che dovranno essere limati, è importante non pensare di tornare indietro, cancellando norme efficaci. Un’arteria centrale come via Duomo, ad esempio, è tornata vitale con i dehors e ovviamente con il crescere dei flussi turistici. Normarne l’uso è una cosa, proibirlo un’altra; in pratica ciò che si chiede è utilizzare spazi, non abusarne”.