NAPOLI (Di Anna Calì) – Caro Babbo Natale, sono un tifoso del Napoli, uno di quelli che custodisce nel cuore il ricordo di un anno straordinario, di trionfi e di emozioni che hanno scaldato l’anima di tutta una città. Per Natale, non voglio chiederti oro o argento, ma solo il miracolo di riportarmi indietro nel tempo, al Napoli dello scorso anno, a quel calcio che ci ha fatto gridare “Campione d’Italia!” dopo 33 anni di attesa.
Ricordo ancora il profumo dell’erba del Maradona, l’aria carica di tensione e speranza. Erano i giorni in cui il Napoli danzava sul campo, una sinfonia di passaggi precisi e azioni che facevano battere il cuore all’unisono con la maglia azzurra. La bellezza del gioco, quella che solo il calcio vero sa regalare, era il nostro dono quotidiano.
I momenti felici si susseguivano come le pagine di un libro incantevole: gli abbracci sinceri dopo ogni gol, le loro corse sfrenate lungo il campo, la magia dei dribbling di Kvara e la solidità difensiva che faceva del nostro reparto arretrato un baluardo invalicabile. C’era un’armonia, una connessione tra i giocatori, come se fossero legati da un destino comune, quello di scrivere la storia.
E poi, Babbo Natale, i gol. Non erano solo reti, ma poesie scritte con il pallone. Ricordo ogni incursione di Osimhen, ogni tiro chirurgico di Simeone e le esultanze sfrenate che facevano tremare lo stadio. Ogni gol era un inno alla passione, un’ode al nostro amore per questa squadra.
Quindi, caro Babbo Natale, in questa notte magica ti chiedo di compiere un piccolo miracolo. Riportami quel Napoli, quell’essenza di calcio puro che ha reso indimenticabile ogni partita. Lascia che l’aria del Maradona sia ancora carica di quei canti, di quegli applausi e di quella gioia che solo il calcio autentico sa regalare.
Ti ringrazio anticipatamente, Babbo Natale, e con la speranza nel cuore, ti auguro un viaggio sicuro e sereno attraverso il cielo stellato.
Con affetto.