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Lo scudetto?? Meritiamo più rispetto!

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NAPOLI (Di Anna Calì) – Il Napoli dice ufficialmente addio al posto Champions e si corre il serio rischio che possa non qualificarsi neanche per la Conference League. Una squadra che sa che deve lottare il tutto e per tutto, non deve perdere nemmeno un punto, non può e non deve scendere in campo in queste condizioni fisiche e mentali. L’unica cosa positiva vista oggi sul campo è stato il modo compatto e unito che tutta la panchina del Napoli ha dimostrato a favore della lotta contro il razzismo, peccato però che tutta questa unione non si è saputa trasformare in fatti. Presente anche l’attore e regista Marco D’Amore ha preso il microfono dicendo: “Troppo hanno visto i nostri occhi, troppo hanno sentito le nostre orecchie, ma non è più questo tempo indifferenza e noncuranza, Napoli fai sentire la tua voce senza vergogna, paura, diciamo uniti insieme no al razzismo”, vicino a lui c’era anche Mohamed Seick Mane, uno dei calciatori delle giovanili del Napoli e nello stesso momento le pubblicità sul bordocampo sono state sostituite dal fondo nero con la scritta “No al razzismo – No to racism”.

“Tutta n’ata storia” cantava Pino Daniele ma con tre cambi sulla panchina abbiamo percepito soltanto una ventata di cambiamento che si è poi trasformata in concretezza ovvero: sempre la stessa storia. Sempre gli stessi problemi e soprattutto sempre le stesse difficoltà. Errori difensivi, distrazioni e disattenzioni gravi sono state al centro della sfida giocata al Maradona contro l’Atalanta. A decidere il match i gol di Miranchuk al 26′ e quello di Scamacca al 45′ e Koopmeneirs sul finale, perché nonostante l’Atalanta sia scesa agguerrita e soprattutto ben piazzata, Gasperini non si è arreso e ha deciso di schierare la migliore artiglieria che ha in squadra. E fortunatamente, aggiungiamo che potevamo prendere l’imbarcata e chissà cos’è che ci ha salvato da questa ennesima pessima figura. Clamoroso il doppio palo prima di Zielinski e poi quello di Osimhen, quest’ultimo ancora una volta in fuorigioco, ma ormai sappiamo bene che è conosciuto per questa sua caratteristica. Doveva essere quanto meno il traghettatore e far salire la squadra, ma si sa che, ormai questo Napoli non ha neanche più il leader. Una squadra che riparte, fa il contropiede e poi ritorna indietro con un passaggio al portiere, bisognerebbe chiedere spiegazioni al Mr del perché accade ciò.

Confusione e soprattutto poca concentrazione mentale da parte dei quasi ex Campioni d’Italia, sarebbe noioso ripeterci e ricordare quanto di bello è stato fatto la scorsa stagione, ma sicuramente tutti i tifosi non si sarebbero aspettati un cambio così negativo da parte della medesima squadra. E se lo scorso anno contavamo le partite che ci separavano dalla conquista del tricolore, quest’anno, invece, non vediamo l’ora che questo campionato finisca per poter ripartire con dignità. Perché forse l’unica cosa da fare era quella di mandarli tutti via e rifondare la squadra. Il peggior Napoli dell’era De Laurentiis e i peggiori Campioni d’Italia.

Un allenatore che non può far altro che restare un vice, soprattutto quando non si ha il pugno di ferro per poter decidere e osare, che Calzona fosse un po’ restio a provare i cambi si era già intuito in due partite, in particolar modo quella di Champions con il Barcellona.

Raspadori o meglio l’ombra del georgiano che è sempre in difficoltà in quella posizione. Perché non si può continuare a schierare Di Lorenzo e Anguissa, chi è in panchina dovrebbe quanto meno avere la capacità di essere lungimirante e mandare in tribuna chi non ha più la voglia e il desiderio di giocare con la maglia del Napoli.

In particolar modo, Mr Calzona è risultato anche molto confusionario; prima sì Zielinski e poi no, ancora non si è ben capito se può essere ancora utile oppure no.

Un Juan Jesun che meritava quanto meno il riposo dopo quello che gli è accaduto e la maggior parte degli errori sono tutti quanti dettati da lui perché, ovviamente, a 34 anni in partite del genere non dovresti minimamente schierare un giocatore simile considerando gli acquisti fatti.

Forse, alla luce di tutto ciò, il presidente finalmente potrà comprendere che l’unica cosa saggia che doveva fare quest’anno era acquistare dei giocatori, prenderli a qualsiasi cifra e non mettere sul mercato una quarta maglia.

E che si pensasse ora a un tecnico e soprattutto un dirigente sportivo che sia capace di prendere tutte le decisioni del caso perché per quanto possa essere un grandissimo imprenditore purtroppo non può prendere il posto né di un ds né di un allenatore.

E se si è deciso di non rilasciare più conferenze stampa prima di una partita, sarebbe anche l’ideale non parlare dopo perché di fronte a uno stadio totalmente sold out, con famiglie e bambini venuti lì per passare un sabato all’insegna del divertimento questo spettacolo era veramente da evitare e alle vostre parole e alle vostre promesse davvero ora non ci si crede più perché con i “se” e con I “ma” non si va da nessuna parte, cari Campioni d’Italia!

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